Cronaca

Borgetto, il day after dell’incendio su Monte Gradara: in cenere un grande pezzo di polmone verde

Almeno un centinaio di ettari di bosco e macchia mediterranea sono andati distrutti su monte Gradara a Borgetto, uno dei polmoni verdi più importanti del comprensorio partinicese per estensione. All’indomani del devastante rogo, che ha annerito a colpo d’occhio un’ampia fascia di questa sommità montuosa che sovrasta Partinico, Borgetto, Montelepre e la frazione monrealese di Pioppo, si contano i danni che sono più che altro ambientali.

Gli esperti cominciano già a temere che a causa dell’incendio si possano verificare dei dissesti idrogeologici e si spera quindi nella clemenza del bel tempo, almeno per le prossime settimane. Per riuscire a domare le fiamme è stata necessaria un’attività antincendio durata oltre 12 ore, con gli ultimi focolai spenti soltanto all’alba di ieri. Ci sono voluti per l’esattezza due canadair, un elicottero dell’aeronautica e varie squadre della forestale di Monreale, Pioppo e Borgetto, oltre che altri schieramenti della protezione civile.

Ad incenerirsi bosco, sottobosco e macchia mediterranea: un’immensa distesa di verde bruciacchiata e che lascia alla natura l’ennesimo sfregio che si porterà dietro per anni, prima di tornare a rinascere a meno di ulteriori analoghi episodi incendiari. Sul fronte di polizia giudiziaria si stanno ancora portando avanti le indagini per riuscire a capire la natura del rogo.

Le alte temperature degli ultimi giorni, che hanno anche sfiorato i 40 gradi percepiti, non possono far escludere ancora l’autocombustione, o comunque l’accidentalità dell’episodio; allo stesso tempo essendo stato l’incendio particolarmente violento non si può nemmeno ipotizzare magari il raid di qualche piromane le cui tracce difficilmente sarebbero visibili perchè probabilmente distrutte dal fuoco.

Il fronte del rogo è stato particolarmente difficile da far arretrare, ed a testimoniarlo è l’equipaggio dell’82° Centro Csar (Combat Search And Rescue) di Trapani, intervenuto con  un proprio elicottero. Soltanto loro hanno operato per 3 ore, con un totale di 10 lanci e 9 mila litri d’acqua sganciati. L’ordine di decollo è giunto dal Coa, il Comando Operazioni Aeree, di Poggio Renatico in coordinamento con la Sala Operativa Unificata Permanente della Regione Sicilia.

Il velivolo utilizzato è il modello “HH-139A” che fa parte degli assetti delle forze armate che il ministero della Difesa ha messo a disposizione per la campagna antincendi boschivi di quest’anno in Sicilia, iniziata lo scorso 15 giugno. Attività che è posta in essere nell’ambito di una collaborazione, in atto già da diversi anni, tra forze armate, corpo nazionale dei vigili del fuoco e protezione civile per rendere più efficace ed incisiva la lotta agli incendi boschivi.

In particolare l’impegno delle forze armate rientra nell’accordo stipulato tra ministero della Difesa e Dipartimento della Protezione civile nell’ambito della campagna antincendi boschivi, che prevede la costituzione del Centro Operativo Aereo Unificato (Coau), come ente coordinatore degli interventi in caso di emergenza.