Cronaca

Alcamo, il Tar da di nuovo ragione al Comune: via Scalilla può essere requisita

La via Scalilla continuerà ad essere utilizzata dal Comune di Alcamo come strada alternativa per bypassare la frana presente in via per Camporeale. La terza sezione del Tar di Palermo ha respinto il ricorso, con motivi aggiuntivi, del proprietario di questa arteria che risulta essere quasi interamente privata. Secondo i giudici del tribunale amministrativo il sindaco Domenico Surdi ha operato nella legittimità dei suoi poteri e dunque ha respinto il ricorso dei proprietari della stradella, condannati oltretutto a pagare le spese di giudizio pari a 3 mila euro più i costi accessori.

Una prima volta già il Tar aveva respinto la richuesta di sospensiva da parte dei proprietari di questa stradella, nell’imminenza dell’ordinanza di requisizione operata dal primo cittadino per permettere per l’appunto la creazione di questo by-pass. Sempre i titolari sono tornati a rivolgersi al tribunale amministrativo con delle motivazioni aggiuntive: hanno evidenziato in più parti la presunta illegittimità del provvedimento: dalle operazione di misurazione al momento della requisizione senza contraddittorio, al termine non precisato del suo utilizzo, passando poi anche ad addurre l’esistenza già di una strada alternativa che quindi rende inutile anche l’utilizzo in via emergenziale di via Scalilla.

Motivazioni smontate tutte una ad una dal giudice che anzitutto ha evidenziato come il sindaco abbia il potere, secondo una norma del codice civile, di requisire beni mobili ed immobili quando ricorrano gravi necessità pubbliche. In secondo luogo aver individuato una doppia alternativa come bypass è stata motivata dal Comune per alleggerire il traffico veicolare altrimenti gravante su una sola strada, confermando quindi l’esistenza delle reali motivazioni della requisizione. “Nell’impugnata ordinanza – si legge ancora nella sentenza – l’amministrazione comunale fa uno specifico riferimento alla tempistica necessaria per la realizzazione dei lavori di ripristino, individuandola in sei mesi”.