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Partinico, fuoriusciti 25 precari e ora il Comune trema: personale che si assottiglia

In un sol colpo il Comune di Partinico perde 25 dipendenti. Sono i cosiddetti “fuoriusciti” per cui la Regione ha dato il via libera sulla base di una legge del 2016 che dà l’opportunità al contrattista, con certe caratteristiche, di ottenere la risoluzione del contratto in cambio della liquidazione di 5 anni di stipendio. I 25 precari costeranno alla Regione 1,6 milioni di euro, una delle cifra più alte spese per i Comuni siciliani.

Dal suo canto, ottemperando alla sollecitazione dell’assessorato regionale alle Autonomie locali, la responsabile del Settore Risorse umane, Maria Pia Motisi, ha proceduto all’immediata risoluzione del contratto: “Si ritiene necessario – scrive nel provvedimento la burocrate – provvedere all’immediata risoluzione del contratto di lavoro del personale nell’elenco approvato dall’assessorato regionale”.

I 25 fuoriusciti avevano fatto già da tempo la richiesta e solo nel maggio scorso la Regione aveva completato l’iter con cui si approvava l’elenco con i relativi fruitori eventi diritto. Parliamo in tutti i casi di lavoratori compresi tra i 48 ed i 59 anni, il cui stipendio tabellare annuo oscilla tra i 9 e i 16 mila euro, con un costo medio annuo complessivo attorno ai 350 mila euro. Dunque, per effetto di questa opzione, ognuno di loro incasserà anticipatamente una liquidazione di 5 anni di attività, per cui a ciascuno di essi andranno tra i 45 e gli 80 mila euro.

In questo modo, per la prima volta dopo decenni, la pianta organica del Comune scende al di sotto delle 300 unità. Per l’esattezza si arriva a circa 290, una soglia che comincia a diventare davvero troppo bassa per un territorio vasto come quello di Partinico che conta 33 mila abitanti. Inevitabilmente i commissari prefettizi, insediatisi nelle scorse settimane in seguito allo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose, dovranno significativamente mettere mano alla pianta organica per andare a colmare le carenze d’organico che si registrano in vari uffici, come quelli legati alla branca dei Lavori pubblici e dell’Urbanistica.

Non a caso gli stessi commissari stanno avviando una serie di interlocuzioni con i responsabili di Settore e gli stessi dipendenti comunali per raccogliere indicazioni su possibili criticità legate proprio all’attività burocratica. Oltretutto potrebbero ulteriormente riaprirsi i termini per la fuoriuscita dal bacino dei precari. Si sussurra che la Regione abbia intenzione nuovamente di accettare ulteriori istanze e si vocifera che almeno un’altra decina di contrattisti siano propensi a fare il passo.

Se così fosse il municipio si ritroverebbe davvero in grandi difficoltà. Da tanto tempo ad esempio si trascina il problema della carenza di categorie “A” e “B” da utilizzare come custodi o in attività per le manutenzioni del Verde pubblico. Anche qui sarebbe stata avviata un’interlocuzione per “sradicare” alcuni di questi dipendenti dagli uffici per utilizzarli in mansioni esterne. Un passo che alla politica non è mai riuscito, o forse più semplicemente non è mai stato fatto per mantenere uno status quo figlio del dissesto finanziario dichiarato nel 2018.