Cronaca

Partinico, negozio d’abbigliamento con mascherine irregolari: sequestro e maxi multa

Cento mascherine chirurgiche in vendita con un marchio della Comunità Europea non valido. In pratica con nessuna garanzia sulla efficacia del prodotto. Tutto il materiale è stato sequestrato ad un’azienda di Partinico e il titolare è stato invece segnalato alla Camera di Commercio: ora rischia una sanzione che può oscillare da 21 mila a 128 mila euro.

L’operazione porta la firma della guardia di finanza nell’ambito di un piano di intervento volto a garantire la sicurezza dei prodotti correlati all’emergenza epidemiologica da Covid-19. I finanzieri della locale Compagnia, guidati dal capitano Andrea Mascia, hanno sequestrato nell’esercizio commerciale, che in realtà operava nel settore dell’abbigliamento, 100 mascherine chirurgiche non a norma di legge.

L’attività di servizio, scaturita a seguito di un’analisi delle istanze presentate all’Istituto Nazionale Assicurazione e Infortuni sul Lavoro ovvero all’Istituto Superiore di Sanità per la produzione e la commercializzazione in deroga di dispositivi di protezione individuale, ha permesso di rilevare che l’amministratore dell’azienda aveva immesso in commercio le mascherine chirurgiche nonostante il parere contrario da parte dell’ente competente.

Ulteriori approfondimenti hanno permesso di appurare la non validità della dichiarazione di conformità del marchio ‘Ce’ apposto sugli stessi dispositivi protettivi, in quanto la società emittente non è risultata accreditata per tale tipologia di servizio. Appurato l’indebito utilizzo da parte dell’importatore e dei commercianti, che avevano già utilizzato la dichiarazione per scopi pubblicitari e certificativi del marchio della Comunità Europea, la società emittente aveva decretato la definitiva invalidità della dichiarazione di conformità del marchio ‘Ce’.

Per tale motivo, le mascherine chirurgiche, prevalentemente destinate ai dipendenti e alla clientela dell’esercizio commerciale, sono risultate prive di qualsiasi certificazione di conformità attestante la sicurezza dei dispositivi e, dunque, sono state sottoposte dai finanzieri a sequestro amministrativo. Il rappresentante legale dell’impresa, B.M. di 43 anni, è stato segnalato alla Camera di Commercio competente per la violazione dell’articolo 23 del decreto lesiglativo 46/1997, il quale prevede una sanzione pecuniaria dai 21.400 ai 128.400 euro per chiunque immette in commercio o mette in servizio dispositivi medici privi della marcatura ‘Ce’ o dell’attestato di conformità.

Continuano, incessanti, i controlli delle Fiamme Gialle in tutta la provincia palermitana, al fine di verificare il rispetto delle misure di sicurezza adottate dall’Autorità governativa nonché contrastare possibili speculazioni o insidie alla sicurezza derivanti dalla commercializzazione di materiale non conforme alle norme.