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Partinico, querelle su ospedale. Replica l’Asp dopo la protesta: “Dati smentiscono le preoccupazioni”

L’Asp di Palermo prende posizione dopo la protesta, con al seguito una scarsa partecipazione da parte della società civile, di sabato scorso davanti all’ospedale Civico di Partinico. In un comunicato stampa vengono snocciolati i dati che riguardano le attività interne al nosocomio, fortemente contestate sin da quando è stato deciso di trasformare la struttura in covid hospital. Se da una parte associazioni ed esponenti istituzionali hanno esternato preoccupazioni per un’assistenza sanitaria definita più carente, con numeri alla mano l’azienda sanitaria in un comunicato al contrario smentisce questa tesi. Il malcontento è cresciuto a Partinico da quanto la Regione ha stabilito nel marzo scorso di trasformare l’ospedale di Partinico in una struttura destinata alla trattazione dei soli casi di coronavirus. A giugno, cessato il lockdown, l’ospedale è stato ripristinato con i suoi reparti ma con posti letto in numero inferiore rispetto a quelli del pre-lockdown. L’Asp ha sempre sostenuto che questa riduzione è figlia dei protocolli anti-covid per il necessario distanziamento. Dall’altra parte, invece, associazioni e istituzioni locali non hanno digerito questo provvedimento, parlando anche di minore assistenza sanitaria all’utenza e di paventati rischi per un possibile ridimensionamento della struttura ospedaliera. Adesso l’azienda sanitaria, con un comunicato a firma della direzione aziendale guidata da Daniela Faraoni, ha voluto far sentire la sua voce e chiarire la situazione mettendo in luce alcune statistiche.

IL COMUNICATO INTEGRALE

“La riduzione dei posti letto all’Ospedale di Partinico, così come in tutti gli altri Ospedali dell’Asp di Palermo, è determinata dall’applicazione delle misure anti-Covid che impongono, tra l’altro, il rigoroso rispetto del distanziamento interpersonale”. Lo ribadisce l’Azienda sanitaria del capoluogo che respinge le accuse su un ridimensionamento del nosocomio.

            “L’attività – spiegano dalla Direzione aziendale – viene svolta così come avveniva in passato, rimodulandola alle nuove esigenze imposte dall’emergenza Coronavirus. Rispettiamo le istanze che provengono dal territorio, ma è doveroso riportare il dibattito sulla realtà dei numeri. Non è vero che a Partinico non ci si può curare e non è vero che i pazienti vengono trasferiti altrove per essere assistiti”.

            La direzione aziendale dell’Asp ha preso in esame i dati di giugno, luglio, agosto e settembre (fino a giorno 15) del 2020 confrontandoli con quelli degli stessi mesi dell’anno precedente.

            “A fronte di una riduzione dei posti letto, come detto per le norme anti-covid – spiegano dall’Asp di Palermo – è rimasta immutata la percentuale di pazienti trasferiti in altre strutture ospedaliere: il 16%, cioè uguale a quella del 2019. E’, invece, aumentata la percentuale dei ricoveri all’Ospedale di Partinico dei pazienti che sono arrivati al Pronto soccorso dello stesso ospedale, passando dal 7,5% del 2019 all’8,2% di quest’anno. Per quanto riguarda, inoltre, le prestazioni ambulatoriali, l’attività è ripresa a Partinico con modalità e protocolli uguali a tutte le altre strutture dell’Asp, che si sono dovute necessariamente e doverosamente adeguare alle misure anti-covid”.

L’Ospedale di Partinico, tra l’altro, ha potuto contare su un potenziamento delle risorse umane con una dotazione di personale maggiore rispetto al passato: erano 263 le unità di personale in servizio nell’era pre-covid, rispetto ai 270 di adesso.

“Abbiamo l’impressione – conclude il Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – che si voglia a tutti i costi far passare una prospettiva della questione che non coincide con il dato della realtà. Non se ne conoscono le ragioni: forse le dinamiche di cambiamento a cui è stato sottoposto il Presidio hanno stressato psicologicamente alcuni, più della stessa organizzazione ospedaliera che, alla riapertura, ha saputo fare di più e meglio di quanto aveva posto in essere nello stesso periodo dell’anno precedente, quando l’emergenza Coronavirus non aveva segnato le nostre vite”.