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Partinico, ospedale “misto” per casi covid e non? Anche i sindacati di traverso

L’ipotesi di un ospedale misto, che possa accogliere malati covid e non, non piace ai sindacati. Si prospetta l’ennesimo braccio di ferro attorno all’ospedale Civico di Partinico dopo che ieri una commissione nominata dal governo regionale si è riunita con i dirigenti medici del nosocomio cittadino per cercare di capire quali soluzioni adottare riguardo all’utilizzo di questa struttura, già nel periodo di lockdown utilizzata esclusivamente per  la cura di malati covid.

Dopo il vertice fiume all’interno del nosocomio tra i dirigenti medici dello stesso ospedale e la direttrice dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, non pare esserci ancora una scelta definitiva. Dopo un primo incontro all’assessorato regionale alla Sanità con i sindaci del territorio, ieri si è portava avanti un’altra soluzione: lasciare il solo pronto soccorso funzionante, e utilizzare invece tutti gli altri reparti per la sola cura dei pazienti affetti da coronavirus.

Si sussurra che qualche medico dell’ospedale partinicese non abbia ritenuto questa soluzione percorribile e non sarebbero mancati i momenti anche di tensione con i vertici dell’Asp. I sindaci già nella riunione all’assessorato avevano espresso la loro netta contrarietà alla possibilità che si ritornasse al covid hospital, come accaduto durante il periodo del lockdown, chiedendo di lasciare attivi reparti e pronto soccorso prevedendo un ingresso separato.

Non ci sta il sindacato Cimo: “E’ tornata in pista l’idea sull’Ospedale di Partinico che a breve dovrebbe tornare Covid Hospital – si legge in una nota dei sindacalisti Giuseppe Bonsignore e Angelo Collodoro -. La confusione regna sovrana e questo spezzettamento di competenze e le ipotesi di mescolare Covid e non Covid nelle stesse strutture va nella direzione opposta al buon senso. Alla vigilia della stagione influenzale che potrebbe avere pesanti ripercussioni anche sulla pandemia da Coronavirus, non è più il momento di balbettamenti, di passi avanti e retromarce. E’ giunto il momento di uscire dagli equivoci e di prendere decisioni univoche e condivise da tutti, in grado di metterci nelle condizioni di affrontare i prossimi mesi al meglio. Archiviate le posizioni Imi e Ismett, bisogna identificare senza remore le strutture da adibire alla lotta al Covid in toto, senza incertezze e soluzioni miste, lasciando invece alle altre strutture sanitarie il ruolo di fronteggiare le situazioni ordinarie legate alle altrettanto rilevanti patologie non Covid”.