Cronaca

Partinico, prese mazzetta dal re dell’eolico: pesante condanna per Giacomo Causarano

Condannato in abbreviato a 3 anni e 4 mesi per aver intascato una tangente dal re dell’eolico, l’imprenditore alcamese Vito Nicastri. E’ la sorte toccata al partinicese Giacomo Causarano, 61 anni, funzionario della Regione. O sarebbe meglio definirlo ex impiegato regionale: è stato infatti immediatamente rimosso dal suo incarico e licenziato.

Il partinicese è stato processato perchè accusato di aver spinto alcune pratiche di Nicastri inerenti a progetti nell’ambito della produzione di energia alternativa. Da una parte Vito e Manlio Nicastri, padre e figlio di Alcamo, da lungo tempo con le mani in pasta in business collegati all’energia rinnovabile. In particolare hanno fondato le loro fortune sull’affare dell’eolico, tanto da aver accumulato enormi ricchezze e ne sono testimonianza i sequestri milionari subiti.

Dall’altra ci sono ancora padre e figlio, Paolo e Francesco Arata, il primo ex consulente per l’energia del ministro Matteo Salvini, i quali sarebbero stati in questa storia soci in affari del “re dell’eolico”. Ognuno di loro avrebbe avuto un ruolo, secondo l’accusa, nello spingere queste pratiche trovando una presunta corsia preferenziale negli uffici dell’assessorato regionale all’Energia. Causarano è accusato in particolare di aver intascato delle mazzette camuffate sotto forma di pagamento di una prestazione professionale, per agevolare e velocizzare iter amministrativi di interesse del consulente della Lega e del suo socio occulto Nicastri.

Quest’ultimo e il figlio hanno proprio accusato Causarano di aver intascato una mazzetta di 110 mila euro, una prima tranche del mezzo milione promesso. Come circostanza è stato riferito che questi soldi sarebbero stati consegnati nel parcheggio di un’autostazione di Partinico.