Cultura

Driver’s Anatomy, il libro del giornalista siciliano Luigi Ansaloni in testa su Amazon

Com’è fatto il pilota perfetto? Tanti nomi, molte soluzioni, nessuna certezza. Naturale, dopotutto: l’essere umano è unico in quanto tale, così come i suoi gusti e preferenze. Impossibile mettere tutti d’accordo, nel pronunciare nome, idea, preferenza. Dunque, non resta che provare a formare una sorta di Frankenstein, un moderno Prometeo descritto dalla mefistofelica penna di Mary Shelley. Stavolta, però, nelle scomode vesti di un “driver”.

Driver's Anatomy, il libro del giornalista siciliano Luigi Ansaloni

Driver’s Anatomy, il libro del giornalista siciliano Luigi Ansaloni


Perché è grazie a quei corpi che questo sport è entrato nell’immaginario collettivo come sinonimo di grinta, coraggio, rischio e adrenalina. Corpi donati alla scienza della velocità. Corpi normali ma capaci di far eseguire cose che proprio normali non sono. Corpi attraverso i quali passa la gioia, il dolore, la vita, la morte e la gloria. Dentro quei corpi si nasconde la grandezza del pilota, come il “fegato” di Villeneuve, sinonimo di coraggio e follia, o il cuore di Alonso, caldo quanto lui ma a volte traditore. E poi gli occhi di Cervert, spenti per sempre in un pomeriggio americano, le spalle di Senna, abituate a calibrare la guida del suo bolide come a portare il peso di una nazione. Particolari curiosi come il ventre di Juan Manuel Fangio o le braccia di Nuvolari, i primi campionissimi. Prefazione di Fabio Tavelli, giornalista di Sky e presentatore di “Race Anatomy”, il programma che va in onda dopo i Gran Premi la domenica di gara.

L’autore: Luigi Ansaloni, 39 anni, grazie a clamorose botte del suddetto culo, è riuscito a trasformare il suo sogno in lavoro. Esperto di tennis, ha più di trenta tornei dello slam come inviato, scrive per Oktennis. Co-autore di due libri dedicati a Roger Federer (“18” e “20”), ama la racchetta ma anche i motori: si alzava a sette anni alle 4 del mattino per vedere Prost, Senna e le Ferrari correre e lottare. Voleva chiamare suo figlio Ayrton, ma ha avuto in dono una meravigliosa Alice.