Enti locali

Partinico, la malaburocrazia frena il primo storico bene confiscato alla mafia

Il primo bene confiscato alla mafia a Partinico e consegnato per scopi sociali chiede aiuto alle istituzioni e alla comunità. Parliamo della Cooperativa sociale Noe, nata nel 1993 con lo scopo di coinvolgere nella produzione di coltivazioni biologiche soggetti svantaggiati come i disabili fisici e psichici. Nonostante gli sforzi dei soci, e l’ampliamento degli orizzonti per implementare la sua progettazione con la promozione della cooperazione, le difficoltà negli ultimi anni si sono fatte sempre più pesanti.

“Le produzioni biologiche – ammette il presidente della Cooperativa Noe, Simone Cavazzoli – sono state spesso perdenti dal punto di vista della redditività. I raccolti si sono ridotti e sono stati rovinati a causa della ciclica discontinuità dell’apporto idrico. Per questo abbiamo cercato la collaborazione creando ‘Siciliavostra’, una filiera che coinvolge 13 piccoli produttori siciliani finalizzata a rifornire i gruppi di acquisto solidale”.

La carenza idrica non è stato il solo problema con cui ha dovuto misurarsi la cooperativa Noe. Ne emerge uno anche più clamoroso, e se vogliamo al tempo stesso davvero imbarazzante, che si è concretizzato prima dell’avvento dell’attuale triade di commissari prefettizi al Comune. Questa realtà è stata costretta anche a doversi arrendere di fronte alla burocrazia, perdendo persino dei fondi propri approntati a titolo di anticipazione per un progetto che clamorosamente è andato in fumo:

“Abbiamo cercato di sviluppare – racconta ancora Cavazzoli – l’uso della casa colonica come agriturismo, vincendo un bando per 178 mila euro dall’ente Invitalia. Il Comune però si è accorto di averci attribuito in comodato d’uso un bene immobile non burocraticamente censito e dunque impossibilitato a ricevere abitabilità e agibilità. Il denaro di Invitalia è dunque tornato al mittente, nonostante avessimo già speso 14 mila euro per la progettazione e tanto lavoro da parte dei soci”.

Vicenda che ha del grottesco e che oggi spinge in maniera dura la cooperativa a chiedere soccorso ad altre istituzioni sovracomunali: “Appoggiati da Confcooperative Sicilia – precisa il presidente della Noe – ci chiediamo a questo punto se non sia necessario un intervento dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati per assistere la soluzione del problema. Gestire un bene confiscato richiede una puntuale collaborazione col soggetto istituzionale, viceversa si genera un percorso pieno di ostacoli molto irrazionali a cui nessuna capacità manageriale può porre rimedio”.

In quest’ottica si chiedono dei controlli due volte l’anno con Comune e tutor dell’Agenzia per verificare i problemi che vanno sorgendo e permettere quindi lo sviluppo progettuale e imprenditoriale del bene che altrimenti rischia di avere le ali tarpate. Sotto questo aspetto la Cooperativa Noe si apre al territorio, invitando anche le singole famiglie a visitare il bene e anche a fare acquisti dei prodotti coltivati biologici. Sarà possibile inoltre organizzare incontri o altre iniziative contattando il 3472547481. Il mese scorso la Noe è stata colpita da due diversi incendi, le cui cause sono ancora da accertare: fortunatamente l’orto è stato completamente salvato.