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Partinico, statuto Comune aggiornato: parte civile ai processi di mafia e sfiducia al presidente del consiglio

Da oggi il Comune di Partinico sarà obbligato a costituirsi parte civile in tutti i processi di mafia che riguardano il proprio territorio. Non ci sarà più alcuna discrezionalità. E’ questo uno dei passaggi pregnanti dello statuto comunale che è stato appena modificato e rinnovato dai tre commissari prefettizi facenti funzione di giunta e consiglio comunale dopo lo scioglimento decretato nel luglio scorso.

I tre alti funzionari, Guido Longo, Maria Baratta e Isabella Giusto, hanno deliberato lo schema che prevede anche l’introduzione del bilancio partecipato e persino la revoca del presidente del consiglio comunale, oltre a diverse altre innovazioni che vanno anche a regolare le istruttorie degli atti amministrativi interni e i rapporti tra i futuri governi e consigli comunali.

Lo statuto fu introdotto a Partinico per la prima volta nel 2001 dopo l’approvazione in consiglio comunale e da allora mai era stato modificato: “Si ritiene necessario procedere ad una rivisitazione dell’intero corpo normativo dello statuto comunale, oramai datato, – scrivono nella delibera i tre commissari – sia al fine di adeguarlo alle novelle legislative successivamente intervenute, sia al fine di introdurre ulteriori norme cui dovranno uniformarsi i regolamenti dell’ente nonché gli atti degli organi politici e di quelli amministrativi e di gestione”.

A spiccare fra tutti l’articolo 7 che disciplina l’obbligo di far costituire parte civile l’ente locale “nei procedimenti penali a carico di soggetti, singoli o associati, per reati associativi di mafia o fatti estorsivi tentati o consumati nel territorio comunale e per tutti i reati in cui è parte lesa”. Arriva finalmente il bilancio partecipato, che mai era stato attuato proprio perché non contemplato: ora, come oramai diffuso in gran parte dei Comuni siciliani, si potrà utilizzare il 2 per cento dei trasferimenti regionali per appositi investimenti che dovranno essere scelti direttamente dai cittadini.

In un altro apposito articolo si stabilisce la possibilità per associazioni, ma anche per singoli cittadini, di poter avere in gestione “beni comuni urbani”, come ad esempio porzioni di verde pubblico. Interessante l’articolo 23 che riguarda il procedimento amministrativo. Si introduce la responsabilità diretta del Comune per l’inosservanza dell’eventuale conclusione dei procedimenti per cui sono previsti dei tempi ben scanditi.

Ad essere previsto un risarcimento del danno che sarà dovuto dall’ente locale in caso di inosservanza “dolosa o colposa” del termine di conclusione del procedimento: “L’istanze ha diritto di ottenere l’indennizzo – è scritto nell’apposito articolo – per il mero ritardo alle condizioni e con le modalità stabilite dalla legge”.

Inoltre tutte le sentenze che accolgono un ricorso contro il Comune in automatico dovranno essere tutte inviate alla Corte dei conti. Introdotta anche la mozione di sfiducia nei confronti del presidente del consiglio all’articolo 14 nei casi di accertate violazioni di legge, statuto o regolamento. Potrà essere presentata dai due quinti dell’assise, e approvata dai due terzi dell’assise.