Cronaca

Partinico, requisitoria pm: chiesti 11 anni e mezzo per Pino Maniaci

Undici anni e mezzo. Questa la pena che il pubblico ministero Amelia Luise ha chiesto per Pino Maniaci, 65 anni, partinicese, factotum dell’emittente televisiva Telejato, unico imputato di una costola del processo “Kelevra” con le accuse di estorsioni ad amministratori pubblici e diffamazioni a giornalisti, politici e vari altri personaggi del territorio partinicese. Questa mattina si è tenuta la requisitoria dell’accusa al tribunale di Palermo.

Il pm ha parlato per oltre due ore, fornendo un quadro pesantissimo attorno alla figura controversa e molto equivoca di Maniaci. Ad essere stata ricostruita l’intera vicenda, nei più minuziosi particolari, sulla base delle indagini portate avanti dai carabinieri della Compagnia di Partinico. Ha ricostruito i vari episodi che hanno portato, secondo la procura, a formulare le accuse di estorsione ai danni degli allora sindaci di Partinico e Borgetto, Salvo Lo Biundo e Gioacchino De Luca, e dell’assessore borgettano Gioacchino Polizzi. La pm ha insistito sulla tesi che Maniaci utilizzava la sua emittente per mettere con le spalle al muro gli amministratori, inducendoli poi a pagare come è venuto fuori dai vari episodi che sono stati ricostruiti dagli inquirenti anche attraverso l’ausilio di cimici ed intercettazioni telefoniche.

“Usava il bastone e la carota – ha sottolineato la pm -, prima realizzando servizi con accuse pensatissime e poi dando loro spazio con repliche”. Il tutto nel quadro di una pressione che poi, attraverso queste interviste “riparatorie”, veniva alleggerita con le repliche concesse con l’intento, secondo l’accusa, di riscuotere poi pagamenti in denaro. Tra i passaggi del pubblico ministero non poteva mancare l’amante di Maniaci, entrata nel processo in quanto anch’essa figura chiave di quelle che vengono sconsiderate per l’appunto estorsioni. Sarebbe infatti stata lei la presunta arma dei ricatto in particolare per Lo Biundo.

Ed effettivamente la donna fece un servizio civico che non avrebbe dovuto o potuto fare: si parla di alterazioni di graduatorie da parte degli uffici comunali riservate ai più bisognosi. Addirittura, come confermato dallo stesso Lo Biundo, venne assunta in nero per effettuare le pulizie nella stanza del sindaco al municipio. Aperto anche il capitolo delle diffamazioni, di cui è imputato Maniaci per alcune affermazioni nei confronti dell’ex sindaco De Luca, dell’ex presidente del consiglio di Borgetto Elisabetta Liparoto, del giornalista Michele Giuliano, dell’artista Gaetano Porcasi e dell’operatore tv Nunzio Quatrosi.

Storie legate al filone di questa indagine per via dell’utilizzo strumentale della tv, come appurato dalle intercettazioni, contro quelli che definiva “nemici”. Come emerso dal processo, sulla base sempre di quanto ricostruito dalla pm e dalle intercettazioni, il factotum dell’emittente avrebbe utilizzato il suo strumento mediatico per attaccare pesantemente, magari per proprie antipatie o semplicemente perchè considerati “avversari” per le più svariate motivazioni. Il giudice ha fissato la prossima udienza al prossimo 12 gennaio quando sarà sentita la difesa, dopodichè dovrebbe ritirarsi in camera di consiglio per emettere la sentenza.