Cronaca

Terrasini, naufragio Nuova Iside: si lavora per il rientro della salma di Vito Lo Iacono

E’ previsto tra il 14 e il 15 dicembre l’arrivo della salma di Vito Lo Iacono a Terrasini. Il corpo dell’armatore di 26 anni, ritrovato in un litorale calabrese, si trova al momento all’obitorio dell’istituto di medicina legale di Bari. Dopo il suo riconoscimento, grazie alla comparazione del dna in seguito alle analisi di laboratorio ordinate dalla procura di Palmi, sono stati avviati gli adempimenti documentali che richiedono qualche giorno di tempo.

Il 15 dicembre sono stati fissati i funerali in chiesa Madre: ad officiarli sarà l’arcivescovo di Monreale in persona, Michele Pennisi. A Terrasini si riapre una ferita che in realtà non si era mai chiusa. La conferma che il corpo rinvenuto sul litorale di San Teodoro, in terra calabrese, lo scorso  11 giugno fosse proprio quello di “Vituzzu” ha assunto un sapore agrodolce per la comunità: da una parte la possibilità di dare una sepoltura al giovane, dall’altra la terribile amarezza di una tragedia difficile da metabolizzare.

Il giovane sarà sepolto accanto al padre Matteo, 53 anni, il cui corpo era stato trovato pochi giorni dopo il naufragio del peschereccio “Nuova Iside” insieme a quello del nipote Giuseppe, 34 anni. Tutti e tre erano su quell’imbarcazione la notte tra l’11 e il 12 maggio scorso, che si sospetta sia stata affondata da una petroliera, la Vulcanello, di cui c’è traccia del passaggio dai radar proprio sulla rotta del peschereccio terrasinese.

Sulla vicenda è aperta un’inchiesta della procura di Palermo per cui sono indagate 5 persone a vario titolo collegate alla petroliera “Vulcanello” del gruppo Augusta due-gruppo Mednav. Una triste vicenda – commenta Giangiacomo Palazzolo, sindaco di Cinisi che territorialmente è contiguo a Terrasini e ne divide anche una prevalente fetta dell’economia locale basata proprio sulla pesca – umanamente conclusasi col ritrovamento del corpo di Vito, un ragazzo, un marinaio con un amore così grande per il mare da averne fatto il lavoro della sua vita, quella vita piena di entusiasmo che si è interrotta proprio in quel mare che tanto amava. Finalmente Vito potrà avere una degna sepoltura accanto a suo papà Matteo anche lui vittima di questa tragedia immane. Sono vicino ai familiari e insieme a tutta la comunità invochiamo giustizia”.

Il relitto del peschereccio di Terrasini poche settimane dopo l’impatto è stato individuato, dalla marina militare, a 1.360 metri di profondità, a 30 miglia dalla costa palermitana. Si pensava che Vito Lo Iacono fosse rimasto intrappolato all’interno della cabina, ed invece il mare ha restituito anche il suo corpo come quello degli due compagni-marinai.

E’ stato possibile identificarlo grazie all’esame del dna disposto dalla procura di Palmi, competente per territorio dal momento che il cadavere fu ritrovato nel comune di San Teodoro. Era stati forti i sospetti che quel corpo appartenesse proprio al giovane armatore di Terrasini: infatti furono riconosciuti due tatuaggi, ritenuti molto somiglianti a quelli di Vito Lo Iacono. La successiva comparazione di laboratorio sulla base dei prelievi effettuati sulla madre e sulla sorella della vittima ha dato esito positivo.