Cronaca

Alcamo, niente sorveglianza speciale per l’imprenditore Vincenza Artale

L’imprenditore alcamese Vincenzo Artale non è “socialmente pericoloso”. Con quelli che venivano considerati suoi soci in affari, personaggi di spicco della mafia di Castellammare del Golfo, aveva da tempo interrotto ogni tipo di rapporto. Almeno questo è quanto risulta agli atti tanto che la sezione penale e misure di prevenzione del tribunale di Trapani ha respinto la richiesta della Procura di Palermo con la quale si chiedeva che all’imprenditore venisse applicata la sorveglianza speciale per tre anni.

In aggiunta ad Artale si chiedeva anche l’emissione della misura dell’obbligo si soggiorno. Tutte richieste che il presidente Enzo Agate (giudice relatore Roberta Nodari e giudice Chiara Badalucco) ha respinto con proprio decreto, accogliendo quindi le controdeduzioni dell’avvocato difensore dell’imprenditore alcamese, Roberto Mangano. Tutto contenuto nelle 59 pagine del decreto in cui si riportano le vicissitudini collegate ad Artale, arrestato nel 2016 nell’ambito dell’operazione antimafia “Cemento del golfo”, e recentemente condannato in appello a 3 anni di reclusione, già scontati attraverso i domiciliari.

L’imprenditore, 67 anni, sarebbe stato ritenuto un fedelissimo del capomafia di Castellammare del Golfo Mariano Saracino, anche lui arrestato nella stessa operazione insieme ad altre due persone. Secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri della compagnia di Alcamo il boss, che era uscito da poco di galera dopo avere scontato la sua condanna, si era subito riorganizzato sul territorio imponendo agli operatori commerciali del settore edile di acquistare il cemento da Artale.

Nel decreto il giudice sostiene che i rapporti con i mafiosi fossero di fatto cessati sin dal 2014 per un debito non saldato nei confronti dello stesso imprenditore di 3 mila euro; addirittura risulta una denuncia per estorsione che lo stesso imprenditore presentò nei confronti di uno dei componenti del sodalizio. “Tenuto conto dell’ampio tempo trascorso – si legge nel decreto – e della interruzione dei rapporti deve ritenersi che alla data attuale Artale non sia soggetto pericoloso”.