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Alcamo e gli immobili abusivi “intoccabili”: una delibera del consiglio blocca tutto

Scotta al Comune di Alcamo il caso degli immobili abusivi che sono stati oggetto di contenzioso tra i proprietari autori dell’abuso e gli uffici. In tutto un centinaio di case per cui è stato avviato un braccio di ferro tra le parti, con il Comune a chiedere un’indennità di occupazione dal momento che tali immobili sono diventati di sua proprietà in quanto acquisti al proprio patrimonio sin dal 2017. Parliamo per l’esattezza di 103 immobili: per 70 di queste strutture il caso è tornano alla ribalta del consiglio comunale.

Trenta cause sono arrivate già a conclusione con il giudice di pace e il tribunale che hanno dato ragione agli abusivi. Motivo? Lo strumento per ottenere tale risarcimento è stato considerato “inidoneo ed illegittimo” in quanto l’importo dell’indennità non risulta fissato da legge o contratto. Inoltre è stata contestata “l’insussistenza della prova”, a carico del Comune, di aver subito un danno dall’utilizzo del bene comunale senza titolo alcuno da parte dei privati.

Le altre 40 ingiunzioni non risultano ad oggi opposte e quindi potranno essere eseguite: in pratica il titolare dell’immobile ha di fatto rinunciato ad ogni titolo e dunque ha lasciato strada spianata all’ente locale di far quel che vuole. Per le 30 cause esiste un problema oggettivo dal momento che alla soccombenza in tribunale o al giudice di pace è seguita la condanna del Comune a pagare le spese legali, e dunque il consiglio si è ritrovato con una sfilza di debiti fuori bilancio da dover riconoscere. Ma al di là delle spese legali resta di fondo un problema per numerosi di questi immobili abusivi.

Ed è paradossalmente una delibera del 2014 del consiglio comunale: “Molti problemi – ha affermato l’ingegnere Dorotea Martino, dirigente della direzione Pianificazione urbanistica e sviluppo territoriale – pone la delibera consiliare n.60 del 2014 con la quale quasi tutti gli immobili oggetto di istruttoria sono stati sottratti alla demolizione senza che, tuttavia, il consiglio abbia indicato per i singoli beni una specifica destinazione”.

Quella delibera infatti non ha indicato una destinazione specifica per gli immobili sottratti alla demolizione, risultando perciò illegittima rispetto alle norme in materia che al contrario stabiliscono che per mantenere in piedi un immobile abusivo in zone di inedificabilità assoluta serve una valida motivazione. In pratica questi immobili sono inutilizzabili ma allo stesso tempo non demolibili, di fatto lasciati in mano agli stessi autori degli abusi edilizi.

“E’ necessario ridiscutere al più presto la delibera n. 60 del 2014 – ha affermato il vicepresidente del consiglio Gino Pitò – la quale costituisce il presupposto di tutti gli errori successivi,. Ho chiesto che si proceda ad effettuare degli approfondimenti istruttori richiesti dal segretario comunale nelle sue osservazioni”. Rispetto alle diverse cause perse il consigliere Saverio Messana è stato duro: “L’errore nell’emanare le ingiunzioni può giustificarsi nel 2017, ma non si comprende la ragione per la quale ancora nel 2018 e nel 2019 si è continuato ad emanare ancora ingiunzioni di pagamento. Mi chiedo il perché si è deciso di agire in questo modo scellerato”.