Cronaca

Alcamo, accertamento da 1 mln per tributi non pagati: assolto Vito Nicastri

Annullato un avviso di accertamento da un milione di euro di tributi non pagati all’erario per l’imprenditore alcamese Vito Nicastri. La commissione tributaria provinciale a cui l’imprenditore, soprannominato il “re del vento” per il suo business nell’energia alternativa, aveva fatto ricorso contro il provvedimento di notifica da parte dell’agenzia delle entrate ha accolto le eccezioni sollevate.

Ricorso accolto perchè Nicastri, secondo la Ctp trapanese, era già stato sottoposto a sanzione penale, passata in giudicato, e proprio per questo motivo non sarebbe possibile per lo stesso fatto condannarlo ad un ulteriore giudizio tributario. In realtà il problema è tutto legato ad un dubbio interpretativo sulle norme in materia: gli illeciti penali e amministrativi si sovrappongono o l’uno esclude l’altro?

Una questione che in tale vicenda calza a pennello in quanto Nicastri ha avuto procedimenti penali e amministrativi che hanno finito per far intrecciare anche vicende di tipo tributario. Parliamo di un soggetto più volte finito al centro di inchieste di presunte collusioni con la mafia, tra condanne e assoluzioni che si sono sempre rincorse.

“Appare incontrovertibile ed auspicabile, come indicato dalla Corte Europea per fattispecie analoghe, – si legge nella sentenza della Ctp di Trapani – un intervento risolutorio del legislatore, volto a chiarire e meglio regolare i rapporti tra gli illeciti penali e quelli amministrativi, eliminando alla radice il frequente problema della presunta violazione del citato principio”. In pratica proprio per questo vuoto normativo la commissione ha finito per accogliere il ricorso “trattandosi di problematica non immediatamente risolvibile con certezza di giustizia”.

Il legale di Nicastri, Pasquale Perricone, ha evidenziato nel suo ricorso che per questo periodo di presunta evasione fiscale, che risale al 2003, vi era già stata l’applicazione da parte della Dia delle misure di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti dell’imprenditore alcamese, accolta dal tribunale di Trapani con decreto di sequestro preventivo emesso nel 2010.

“Un piccolo passo verso il riconoscimento che non si può essere perseguiti cumulativamente in procedimenti di misure di prevenzione, tributari e penali per i stessi fatti storici – afferma Perricone -. La Ctp di Trapani nella sentenza non ritiene che il medesimo soggetto possa essere sottoposto, per lo stesso fatto, ad ulteriore giudizio tributario. Si configurerebbe, infatti, per la stessa violazione, un altro giudizio, alternativo e non cumulativo, con la conseguenza dell’irrogazione di una ulteriore sanzione di natura afflittiva”.

Da considerare che nel 2019 sempre Nicastri venne assolto dal tribunale di Trapani dall’accusa di evasione fiscale imputata in seguito al clamoroso sequestro record da 1,3 miliardi di euro di beni che fu fatto nel 2010 che poi vennero definitivamente confiscati qualche anno dopo.