Cronaca

Borgetto, tentato omicidio di Celestre: tre rinviati a giudizio, due vanno in abbreviato

Il Gup del Tribunale di Palermo Cristina Lo Bue, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Agi, ha ammesso il rito abbreviato chiesto dai cugini Filippo e Alberto Pietro Mulè, di 20 e 21 anni di Cinisi, imputati del tentato omicidio ai danni del ventenne Pierpaolo Celestre di Borgetto, ferito con sei coltellate il 7 settembre 2019, davanti a una discoteca di Cinisi.

Il giudizio si svolgerà il 16 aprile e inizierà con la requisitoria del pm Daniele Sansone, sempre davanti al giudice Lo Bue. Il primo giugno invece, davanti alla quarta sezione del tribunale di Palermo, sarà giudicato il terzo imputato di questa vicenda, Rosario Namio, anche lui ventenne, che ha chiesto il rito ordinario.

I due Mulè sono entrambi accusati, ma in un processo diverso, anche di un altro gravissimo episodio: l’omicidio di Paolo La Rosa, 21 anni di Cinisi, ucciso con modalità simili (una coltellata alla gola) poco meno di un anno fa, nella notte tra il 23 e il 24 febbraio 2020, davanti a un locale notturno di Terrasini al termine di una festa in discoteca. Del delitto era originariamente imputato solo Pietro Alberto Mulè, mentre Filippo rispondeva della rissa sfociata nell’omicidio: il mese scorso però il giudice Piergiorgio Morosini ha restituito gli atti alla Procura, perchè contesti anche a Filippo Mulè il concorso nell’omicidio volontario.

Per l’omicidio La Rosa nessuno dei due, in base a una modifica della legge procedurale, che ha avuto l’avallo della Corte costituzionale, potrà fare ricorso al rito abbreviato, che comporta sconti di pena significativi, ma non è più utilizzabile per i delitti punibili con l’ergastolo. Nel delitto La Rosa, con l’accusa di avere partecipato alla rissa, era coinvolto ancora una volta Namio, assolto però dal Gup Morosini.

L’abbreviato è stato ritenuto ammissibile, oggi, per la vicenda Celestre, in cui l’omicidio fu solo tentato e che precedette di cinque mesi e mezzo l’assassinio di La Rosa, ma contro i due Mulè, anche a causa dell’omertà dei testimoni, non erano stati raggiunti subito gli elementi minimi per chiedere misure cautelari. Le indagini dei carabinieri appurarono che chi sapeva non aveva parlato e i due cugini terribili poco tempo dopo, sempre in compagnia del loro amico Namio, tornarono a litigare in discoteca, stavolta uccidendo il povero La Rosa.