Cronaca

Alcamo, campagna elettorale 2001 di Mimmo Turano sostenuta da società di Nicastri

Alla campagna elettorale del 2001 l’alcamese Mimmo Turano, oggi assessore regionale, ottenne il sostegno economico di una società riconducibile a Vito Nicastri, l’imprenditore dell’eolico vicino alla mafia e addirittura ritenuto di aver favorito la latitanza di Matteo Messina Denaro.

E’ quanto riportato oggi dal Giornale di Sicilia nell’ambito dell’udienza del processo a carico dell’ex consulente della Lega Paolo Arata, del figlio Francesco Paolo, del dirigente regionale Alberto Tinnirello e dell’imprenditore Antonello Barbieri. Dibattimento scaturito dall’inchiesta che avrebbe messo in luce una presunta commistione di interessi tra politica, imprenditoria e dirigenza regionale per favorire due impianti di biometano da realizzare nel territorio siciliano spinti da Arata, ritenuti a loro volta i soci occulti di Nicastri. Una vicenda condita da presunte mazzette per velocizzare e far approvare questi progetti.

Nel corso del dibattimento, incalzato dal pm e dal presidente del tribunale, Turano ha ammesso di aver avuto un sostanzioso appoggio economico per la sua campagna elettorale nel 2001, quando venne rieletto deputato regionale nelle file dell’allora Cdu, nel centrodestra. In pratica questi soldi, 10 mila euro, arrivarono da una società edile riconducibile al “re del vento” proprio per finanziare quella campagna elettorale.

L’assessore regionale ha anche confermato circostanze già conosciute in passato, e cioè che conosce personalmente da vecchia data Nicastri e che ha avuto anche legami economici con lui: è stato socio di un’azienda con lui per alcuni mesi e di aver anche fatto un viaggio in Tunisia con l’imprenditore sul suo aereo privato, tutto pagato da Nicastri.