Cronaca

Carini, corruzione al cimitero per cappella fantasma: condannato ex funzionario del Comune

Sei anni all’ex funzionario comunale Salvatore Randazzo e 4 invece al titolare della ditta edile Giovan Battista Di Maio. Assolta invece Rosalia Cusumano per non aver commesso il fatto. Così si è pronunciata la terza sezione penale del tribunale di Palermo riguardo ad uno dei tanti casi di malaffare che investirono il cimitero di Carini e che confluì in un’indagine dei carabinieri che portò alla denuncia dei tre nel 2014.

Randazzo è stato riconosciuto colpevole di peculato, corruzione e falso, mentre Di Maio solo di corruzione. I due, secondo quanto emerso nel corso del dibattimento, intascarono 4 mila euro che la Cusumano aveva liquidato per la costruzione di una cappella gentilizia all’interno del cimitero. Cappella che però non vide mai la luce, così come mai il Comune nelle sue casse vide trasferire quei 4 mila euro.

Nel corso del processo è venuto fuori come all’epoca fosse molto confusa la contabilità tenuta proprio per gli incassi relativi ai servizi cimiteriali. Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che la donna si fosse rivolta a Di Maio, in quanto titolare di una storica ditta edile che effettuava vari lavori all’interno del camposanto carinese, per costruire questa cappella gentilizia.

Struttura che era stata pensata per permettere la tumulazione del marito dell’imputata e per riservare altri posti per future sepolture destinate ai congiunti più stretti. Ad essere tracciati 4 mila euro che materialmente la donna sborsò. Di Maio si mise in contatto con Randazzo e qui si materializzò il reato: alla Cusumano venne fatto firmare un documento falso, una sorta di scrittura privata su cui vi era l’accordo tra l’imprenditore e l’impiegato comunale per quella concessione di costruzione che in realtà mai era stata effettivamente rilasciata dal Comune.

Ecco perchè finì indagata la stessa donna, difesa dagli avvocati Gaspare Genova e Alessandro Gambino, accusata di falso e adesso invece totalmente scagionata. Entro 90 giorni il giudice Fabrizio La Cascia depositerà le motivazioni. La vicenda saltò fuori in seguito all’indagine che portarono avanti i carabinieri della compagnia di Carini e che riguarderebbe numerosi altri episodi di malagestio del cimitero comunale.

L’inchiesta partì sulla scorta di una serie di segnalazioni da parte dei cittadini che ravvisarono strani movimenti all’interno del camposanto: in alcuni casi emersero arbitrari spostamenti di loculi, quindi con presunte tumulazioni ed estumulazioni illegittime effettuate in complicità tra Di Maio e Randazzo. In corso processi sempre a carico dei due per altre vicende relative proprio a gestioni illegali dei servizi cimiteriali.