Cronaca

Carini, firme false alle amministrative del 2015: 7 indagati, tra loro un assessore in carica

Conclusione delle indagini per il presunto caso delle firme false alle amministrative di Carini del 2016. Il prossimo 8 aprile si dovranno presentare davanti al gip del tribunale di Palermo tre ex amministratori del Comune di Carini ed i componenti della Commissione Elettorale Circondariale di Carini in carica nel 2015.

L’udienza preliminare è stata sollecitata dal pubblico ministero Claudia Ferrari che chiede il rinvio a giudizio con l’accusa di falso nell’autenticazione delle firme. Indagati gli allora consiglieri comunali Valeria Gambino, 46 anni, nei giorni scorsi nominata assessore dal sindaco Giovì Monteleone, e Alessandro Gambino, 28 anni, e l’ex assessore Marcello Lentini, 57 anni, non più in politica dal 2015, e l’intera Commissione Elettorale Circondariale, composta da 4 funzionari.

Ai tre amministratori viene contestato di aver attestato il falso nell’autenticazione delle firme, e adesso rischiano una condanna da 2 a 5 anni. Tutto parte da una denuncia presentata nel gennaio 2017 dall’allora candidato sindaco per il Movimento 5 Stelle Ambrogio Conigliaro, che a seguito di un atto ispettivo effettuato a dicembre 2016 presso il locale ufficio comunale sede della Commissione elettorale, si accorse di numerose anomalie nella raccolta delle firme per la candidatura di 2 candidati sindaco: Eusebio Dalì e Giovì Monteleone.

In particolare delle 6 liste a supporto di Monteleone, ben 4 non rispondevano a quanto previsto dalla legge e 2 di queste liste presentavano numerose firme con identica calligrafia, alcune addirittura raccolte in ordine alfabetico per cognome e nome, come se gli elettori al momento della firma dinnanzi l’autenticatore si fossero organizzati tra loro mettendosi ordinatamente in fila per cognome e poi per nome.

Le indagini sono state avviate dalla Digos e vi sarebbe il fondato sospetto che in queste liste ci siano oltre 70 firme duplicate, presenti su 2 liste differenti nonostante sia vietato dalla legge; molte di queste stesse firme, pur appartenendo allo stesso soggetto, sono totalmente differenti tra loro. Gli inquirenti hanno verificato le dichiarazioni di Conigliaro su richiesta del pm Ferrari e si è arrivati così alla richiesta del rinvio a giudizio.