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Partinico, al Comune è scontro sul calcolo delle indennità di vigilanza ai vigili urbani

Indennità di vigilanza corrisposta solo per le ore di contratto. In rivolta i contrattisti in servizio alla polizia municipale di Partinoco che, attraverso i sindacati, chiedono il riconoscimento della loro qualifica di pubblico ufficiale. Ciò significa che in quante tale l’agente non può essere considerato “in servizio” solo nelle ore strettamente legate al proprio contratto ma anche al di fuori qualora ne ricorrano le necessità.

Condizione evidenziata dal Csa-Cisal, confederazioni italiana sindacati autonomi lavoratori, che ha scritto alla commissione prefettizia straordinaria, con i poteri di giunta e consiglio, e al segretario generale del Comune Lucio Guarino per chiedere un incontro e discutere di tale indennità che sarebbe calcolata erroneamente e quindi non sulla base delle norme che regolano la materia.

I contrattisti in servizio svolgono attività settimanali tra le 18 e le 24 ore e questa indennità gli viene calcolata strettamente sugli orari svolti in servizio.

“Gli operatori della polizia municipale – è la tesi del segretario zonale Gino Ales e dei segretari provinciali Gianluca Cannella e Luigi D’Antona del Csa-Cisal – svolgono funzioni di polizia amministrativa, giudiziaria, stradale e di protezione civile, nonché i servizi di ordine pubblico a seguito di rilascio del decreto della prefettura di Palermo. Dunque si autorizza il personale a ricoprire tutte queste mansioni che possono anche essere svolte al di fuori dell’orario di lavoro. Infatti un agente di polizia municipale riveste tali qualifiche in via continuativa h24, e in alcuni casi deve intervenire anche fuori dal servizio ordinario così come previsto dalle normative vigenti”.

Il sindacato cita quindi la legge sull’ordinamento della polizia municipale che regola per l’appunto l’indennità di vigilanza e stabilisce che “non è frazionabile o proporzionata al debito orario, in quanto non è legata alla prestazione o alla presenza, bensì alla funzione pubblica comunque esercitata dall’operatore di polizia municipale”.

“L’indennità di vigilanza – sostengono quindi Ales, Cannella e D’Antona – trova una collocazione particolare nella disamina delle singole voci retributive, ordinarie o accessorie, e conseguentemente ogni interpretazione relativa al suo frazionamento, nel caso del lavoro part-time, è assolutamente ingiusta”.

Ad essere citati anche diversi pronunciamenti dei giudici del lavoro che si sono espressi in merito a tanti ricorsi in questa materia: “Le varie sentenze hanno accolto il diritto dei lavoratori – aggiungono gli esponenti del sindacato – a vedersi riconoscere l’indennità di vigilanza per intero a far data dal rilascio del decreto prefettizio e condannato le amministrazioni, a titolo di risarcimento, al pagamento delle differenze maturate”.