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Alcamo, l’area artigianale fuori dalle sabbie mobili: sbloccate concessioni per nuovi capannoni

Si sblocca finalmente l’edilizia anche nell’area artigianale di contrada Sasi ad Alcamo. Una zona produttiva rimasta impigliata dalla scadenza delle prescrizioni esecutive (Pe2) che ha di fatto impedito ogni tipo di intervento in questo perimetro, dove insistono decine e decine di imprese del settore artigianale. A rimuovere questa fase di stallo una delibera di consiglio comunale che ha approvato un atto di indirizzo, rendendolo quindi esecutivo e dunque immediatamente eseguibile, riguardante le prescrizioni esecutive per le aree ad insediamenti produttivi, integrando quindi l’originaria delibera della stessa assise del 1997.

In pratica si prende atto della scadenza delle prescrizioni esecutive avvenuta già nel 2011, e si autorizzano nuove edificazioni ad eccezione di alcune piccole aree indicate nell’apposita “Tavola 6”. Le nuove edificazioni sono consentite in presenza delle opere di urbanizzazione mediante intervento diretto, nel rispetto degli allineamenti e delle prescrizioni di zona stabiliti dal piano particolareggiato; o ancora in assenza o insufficienza delle opere di urbanizzazione dietro permesso di costruire convenzionato con approvazione dello schema di convenzione da parte del consiglio comunale.

Per quanto riguarda i lotti liberi compresi nella “Tavola 6”, e per i quali è obbligatoria la redazione di progetti unitari, le nuove edificazioni sono consentite tramite lo strumento attuativo dei “sub-comparti”, in applicazione di alcune specifiche norme. Nella stessa delibera le nuove edificazioni sono comunque subordinate alla corresponsione degli oneri di urbanizzazione; in ragione delle scadenza dei vincoli, l’edificazione dei lotti 18, 45 e 67 potrà essere consentita solo qualora risultino verificate determinate condizioni.

Comunque, al di là di queste integrazioni, il regolamento approvato con delibera di consiglio comunale nel 2011 continuerà ad applicarsi in quanto non in contrasto con la deliberazione di oggi. “Si sblocca un’annosa empasse che aveva creato tanti problemi a chi aveva delle aree a disposizione e di fatto non poteva fare nulla – afferma il sindaco Domenico Surdi -. In questo modo il consiglio comunale di fatto sblocca quei vincoli legati al Pip, i piani di insediamento produttivi, consentendo il rilascio di nuove concessioni”.

Da considerare che la consegna dei primi lotti nell’area artigianale fu fatta nel 2004 con numeri mastodontici, rimasti purtroppo solo sulla carta: un milione di metri quadri disponibili, strutture innovative per il riutilizzo delle acque reflue e soprattutto oltre 500 posti di lavoro. Un progetto che prese corpo nell’ambito del Patto territoriale del Golfo di Castellammare e che si presenta come l’unica opera infrastrutturale in Sicilia finanziata all’epoca dallo Stato. Un progetto dell’importo iniziale di 7 miliardi delle vecchie lire.