Cronaca

Partinico, processo Maniaci: assoluzione per le estorsioni, condanna per le diffamazioni

Assolto dai reati di estorsione perché “il fatto non sussiste”, condannato a un anno e 5 mesi per diffamazione. Così si è pronunciato il giudice della II sezione penale del tribunale di Palermo, Mauro Terranova, nei confronti di Pino Maniaci, il proprietario dell’emittente televisiva di Partinico Telejato che era finito sotto processo in seguito all’operazione dei carabinieri “Kelevra” del 2016.

Maniaci, 65 anni, aveva subito nell’immediatezza di quell’operazione la misura restrittiva del divieto di dimora dalle province di Trapani e Palermo. L’accusa di estorsione era stata avanzata dalla procura ai danni di amministratori pubblici mentre le diffamazioni ai danni di giornalisti, politici e vari altri personaggi del territorio partinicese.

Per il factotum dell’emittente il pubblico ministero, Amelia Luise, aveva chiesto 11 anni e mezzo di carcere. L’accusa aveva insistito sulla tesi che Maniaci utilizzava la sua emittente per mettere con le spalle al muro gli amministratori, inducendoli poi a pagare somme di denaro.

In questo processo si inserì anche l’amante di Maniaci, ritenuta una figura chiave nell’ambito delle presunte estorsioni. Sarebbe infatti stata lei la potenziale arma di ricatto in particolare per l’allora sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo, e finì per svolgere in nero attività di pulizie all’interno del municipio e prima ancora fece anche un servizio civico. Accuse che però non hanno retto nel corso del processo, almeno secondo il giudice Terranova.

Le diffamazioni riguardarono poi varie altre ritorsioni di Maniaci nei confronti del giornalista Michele Giuliano e dell’operatore tv Nunzio Quatrosi, ed ancora dell’artista Gaetano Porcasi. Secondo il giudice sono stati diffamati dai pesanti epiteti che Maniaci pronunciò in televisione nel corso di diversi tg realizzati in quel periodo. Screzi riguardo ai dubbi avanzati dai tre circa la condotta tutt’altro che limpida del factotum dell’emittente finirono per diventare per Maniaci motivo di pesantissimi strali attraverso per l’appunto il suo tg.

Altra diffamazione anche per gli allora sindaco, Gioacchino De Luca, e presidente del consiglio comunale di Borgetto, Elisabetta Liparoto. I due finirono nel mirino di Maniaci per un viaggio organizzato dal Comune di Borgetto in America per festeggiare la Madonna del Romitello. Durante un tg fu letto il contenuto di una missiva anonima in cui si sosteneva che la Liparoto e De Luca sarebbero andati in contatto in aeroporto con noti mafiosi borgettani emigrati.

Ricostruzione che, evidentemente, non è stata provata dal Maniaci nel corso del processo e che per questo è stato condannato. Il giudice ha anche condannato in tale contesto Maniaci a rifondere una provvisionale a titolo di risarcimento danni di 5 mila euro ciascuno per Porcasi, Quatrosi e Giuliano, e di 7 mila euro per la Liparoto; dovrà anche pagare le spese processuali a tutte le parti civili. Le motivazioni saranno depositate entro 90 giorni.