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Partinico e Terrasini, fake news nell’era covid: quando l’informazione diventa pericolosa

“Un medico entrando in un supermercato ha riconosciuto un proprio assistito che era risultato positivo al coronavirus pochi giorni prima. Lo ha segnalato alla cassiera che al microfono della cassa lo ha richiamato all’uscita e si sono presentati in sette”. È questa l’ultima bufala che da due giorni circola in tutta Italia e che ha avuto come protagonisti anche Partinico e Terrasini.

L’altro ieri è circolata insistentemente questa storia, come se fosse accaduta a Terrasini: “Mi ero allarmato, ho fatto una verifica – afferma il sindaco di Terrasini, Giosuè Maniaci – e qui non è accaduto nulla di tutto questo, rassicuro i miei cittadini”. E così la “favola” ha finito per sbarcare su Partinico, amplificata da qualche mezzo di informazione che non si è minimamente premurato di fare le sue dovute e necessarie verifiche.

Anche qui panico e paura tra i cittadini. Storia smentita anche da polizia municipale e forze dell’ordine a cui nessuno aveva mai inoltrato una tale segnalazione. Anche la ricostruzione in sé è apparsa grottesca. Eppure a Partinico anche le cose grottesche, le mezze frasi, le allusioni e le diffamazioni finiscono per diventare spesso “oro colato”, una “verità da bar” trasformata in una storia realmente accaduta. Segno, purtroppo, di una società malata, molto spesso anche inconsapevole e vittima della propria ignoranza e della malafede di chi gestisce l’informazione e ne diventa anch’esso il carnefice.

Quanto accaduto deve portare ad una riflessione: dove si sta dirigendo la società civile partinicese, capace di cadere puntualmente nella trappola della disinformazione? Domanda difficile a cui rispondere. Certo è che l’episodio che riguarda queste fake news mette in evidenza una volta di più le “crepe” di un territorio malato, vittima non solo di chi non fa il proprio dovere ma anche di se stesso, incapace (per paura o codardia) di isolare le sue mele marce.

Probabilmente Partinico non è diversa da tante altre realtà siciliane e dal sud in generale, ma con il perenne difetto di dimenticare troppo in fretta le brutte esperienze e di ricascarci nuovamente come se la storia non avesse mai insegnato nulla. In questo periodo di pandemia, oltretutto, queste fake news sono doppiamente dannose. In primis perché creano panico e disinformazione.

Ancora, perché la circolazione di queste notizie false finisce per distogliere dal proprio prezioso impegno quotidiano gli organi politici e sanitari, e le forze dell’ordine, che si ritrovano a dover spendere tempo nella ricerca di una ipotetica fondatezza di tali ricostruzioni, in quanto una verifica in questi casi è un atto dovuto. Questa, oramai, la possiamo definire l’ultima frontiera del trash in salsa partinicese.