Cronaca

Partinico, operazione antidroga “Mirò”: parlano Nina Vitale e il marito, gli altri scena muta

Hanno parlato davanti al gip del tribunale di Palermo Antonina Vitale e il marito Leonardo Casarrubia, due tra i principali indagati nell’ambito dell’operazione antidroga “Mirò” scattata principalmente a Partinico, con ramificazioni nei territori circostanti del palermitano e del trapanese. La maggior parte degli 11 sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere ha invece preferito fare scena muta, avvalendosi della facoltà di non rispondere.

Ieri si sono tenuti gli interrogatori di garanzia, diverse le richieste avanzate dai rispettivi legali di scarcerazione con istanza presentata al tribunale del riesame. Intanto la Vitale, 58 anni, sorella degli ergastolani Leonardo e Vito e ritenuta a capo della banda che imponeva l’acquisto della droga e lo spaccio dello stupefacente nel territorio a cavallo tra le province di Palermo e Trapani, ha deciso insieme al marito, anch’esso 58enne, di parlare.

Entrambi difesi dall’avvocato Cinzia Pecoraro hanno respinto ogni accusa: «Hanno negato ogni addebito – precisa il legale – e spiegato per filo e per segno quanto è stato da loro detto nelle varie intercettazioni. Le motivazioni, a mio avviso, sono assolutamente credibili. Le accuse si sono dunque sgonfiate notevolmente, anche perché la ricostruzione fatta sulla base delle risultanze investigative non è assolutamente logica. Lo scenario è mutato notevolmente».

Non ha invece parlato il figlio della Vitale e Casarrubia, Michele, 32 anni, e Giuseppe Lunetto, 47 anni, quest’ultimo accusato anche di aver fatto da palo alla banda che tentò di rapinare nel 2013, usando la violenza, la gioielleria Cucchiara, anche loro difesi dalla Pecoraro. Sono stati inoltre destinatari della custodia cautelare in carcere Nunzio Arculeo, 33 anni, Michele Oliveri 56 anni, Davide Belladonna, 33 anni, Salvatore Mattina, 31 anni, e Salvatore Gugliotta, 48 anni.

Il nome di uno dei capi della banda, anch’egli arrestato, non è reso noto per tutelare una minore. Con loro sono complessivamente 34 gli indagati, tra chi è in carcere, chi ai domiciliari, chi ancora sottoposto soltanto all’obbligo di firma e i denunciati. Tutti, secondo la ricostruzione degli agenti del commissariato di polizia di Partinico, avrebbe fatto parte di un’organizzazione che si approvvigionava e vendeva la droga al dettaglio, con mire sempre più espansionistiche. Secondo gli inquirenti a reggere le fila erano le famiglie Vitale-Casarrubia, avvalendosi poi di stretti collaboratori tra i quali Salvatore Lo Biundo.