Cronaca

Cinisi, scarcerato figlio del boss Badalamenti: negata anche l’estradizione

Scarcerato il figlio del boss Tano Badalamenti, arrestato lo scorso anno in forza di una condanna per stupefacenti maturata alcuni anni fa all’estero. I giudici della seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo, condividendo la posizione dei legali di Leonardo Badalamenti, 61 anni, hanno anche respinto la richiesta di estradizione della Repubblica Federale del Brasile. La notizia viene riportata dall’agenzia di stampa Agi.

Nel corso del procedimento, gli avvocati dell’uomo, Baldassare Lauria e Nino Ganci, avevano chiesto chiarimenti sulla condizione carceraria brasiliana, anche in relazione all’emergenza Covid. Informazioni contenute nei documenti inviati dall’ambasciata del Brasile al collegio presieduto dal giudice Fabio Marino (Filippo Messana consigliere, Emilio Alparone consigliere relatore) che li ha ritenute, secondo l’ordinanza di cui ha preso visione l’Agi, “assolutamente generiche”, disponendo l’immediata scarcerazione di Leonardo Badalamenti, che ha lasciato il carcere di Pagliarelli in cui era recluso dal 4 agosto 2020.

L’uomo – figlio di don Tano Badalamenti (mandante del delitto di Peppino Impastato) – era stato arrestato in seguito al tentativo di prendere nuovamente possesso di un casolare, prima sequestrato e poi restituito dalla Corte d’Assise di Palermo. In Italia non ha maturato alcuna condanna, mentre la richiesta di estradizione riguarda l’esecuzione di una condanna a 5 anni e dieci mesi per “traffico di sostanza stupefacente” emessa dal Tribunale di San Paolo. “Non è qui richiesto, nè ritenuto opportuno riportare le prove e le scansioni procedurali che hanno giustificato la condanna definitiva del Badalamenti”, hanno scritto invece i giudici della Corte d’appello che hanno disposto la scarcerazione di Leonardo Badalamenti, che durante il processo è più volte intervenuto in aula, dichiarandosi innocente.

“Nell’impossibilità di accertare che Badalamenti non sarà sottoposto a ‘maltrattamenti, torture e trattamenti crudeli, disumani e degradanti’ ed, anzi, nella ragionevole convinzione che tali condizioni in concreto si verificheranno, la richiesta di estradizione a parere di questa Corte deve essere rigettata”: è questa la ragione per cui i giudici della Corte d’Appello di Palermo hanno respinto la richiesta di estradizione in Brasile di Leonardo Badalamenti. Una richiesta riesumata lo scorso anno. Il nome del figlio di ‘don Tano’ era tornato d’attualità per il tentativo di riappropriarsi di un casolare, prima sequestrato e poi restituito, ma alcune settimane dopo, il 4 agosto 2020, fu arrestato dagli agenti della Dia.

Nel corso del procedimento il sostituto procuratore generale Carlo Marzella aveva espresso parere favorevole all’estradizione, mentre legali gli avvocati Baldassare Lauria e Nino Ganci, avevano chiesto degli accertamenti istituzionali sulle condizioni carcerarie in Brasile e nello stato di San Paolo. La Corte, oltre ai report di organizzazioni non governative come Amnesty International o l’Unhcr, ha acquisito anche dei documenti inviati dall’Ambasciata del Brasile. Secondo i giudici, tuttavia, le informazioni ricevute per via diplomatica erano “assolutamente generiche”, tanto che “non vengono indicate le misure ‘dell’alloggio’, né ‘il numero degli occupanti’ evidenziando l’assenza di “informazioni ‘individualizzate’ sul regime di detenzione che sarà riservato in concreto all’estradando”.