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Partinico, salvato dal coronavirus: racconta la sua odissea e l’amore di medici e infermieri

Con l’ospedale di Partinico ad un passo dalla riconversione in struttura “no covid”, un’altra guarigione allieta queste ore. Vittorio Scalia, partinicese di 58 anni, ha voluto raccontare la sua esperienza alla nostra redazione. Terrificante da un lato perché ha dovuto affrontare il coronavirus, da lui definito una “terribile bestia”; da ricordare dall’altro per il grande affetto e l’umanità riscontrati all’interno della struttura sanitaria da parte del personale medico e infermieristico.

Ha vissuto attimi terribili, la paura soprattutto di non farcela quando gli comunicarono la necessità di ricoverarsi: «Quando si è deciso che l’unica soluzione era il ricovero in ospedale ho avuto paura» ammette. Prima il ricovero in rianimazione, poi dopo il monitoraggio e la stabilizzazione il trasferimento al quarto piano. Ed è qui che Scalia ha potuto constatare la professionalità e l’umanità del personale in servizio:

«Vedo in loro – racconta – una grande umanità, orgogliosi del lavoro che fanno perché dimostrano in ogni momento della giornata amore per ciò che fanno, senza mai un attimo di stanchezza. Il paziente non viene considerato tale ma parte della loro famiglia. E come se avessero preso in carico un componente della loro famiglia. Continuamente ci chiedono come stiamo, si avvicinano ai nostri letti e ci stringono le nostre mani per trasmettere il loro affetto e la loro energia. Grazie per quello che fate in ogni momento della giornata».

Il 58enne ha anche ricordato di aver visto un’infermiera letteralmente sfinita, seduta in un lettino libero a cui istintivamente ha voluto stringergli la mano: «Sono onorato di averle stretto la mano – ricorda Scalia -. Non era solo stanchezza ma stava ricordando il peggio che aveva visto passare sotto i suoi occhi: pazienti, ma loro non li definivano pazienti, che non avevano superato questa triste prova, dopo settimane di dura lotta contro questa bestia maledetta».

Infine Vittorio Scalia ha voluto lanciare due appelli: «Alla persone dico di fare attenzione, non crediamo di avere sconfitto il coronavirus perché ti colpisce quando meno te lo aspetti. Se potete cercate di non immergevi negli assembramenti, cautelatevi al massimo, non prendere la situazione attuale alla leggera. E’ un virus che ti colpisce in modo subdolo, violento e ti sconvolge la vita. Ai vertici delle Asp dico invece di non disperdere queste eccellenze tra il personale sanitario. Date a loro il loro giusto compenso. Evitate, per risparmiare qualche soldino, di utilizzare i soliti contratti di lavoro: con innumerevoli proroghe a tempo determinato o aperture partite iva. Trasformate i loro rapporti di lavoro a tempo indeterminato. La collettività ve ne sarà grata».