Cronaca

Partinico, attesta al Comune un certificato falso: chiusa attività di asporto cibi

. Il Comune di Partinico ha stabilito la chiusura di un’attività artigianale per la preparazione di cibi da asporto di alimenti e bevande senza somministrazione. La decisione in seguito alla scoperta da parte degli uffici del Settore 4 Pianificazione e sviluppo del territorio di un falso attestato di qualifica professionale di “addetto al commercio e alla somministrazione di alimenti e bevande” che sarebbe stato fornito dal titolare della richiesta di concessione.

L’attività artigianale aveva aperto i battenti inoltrando istanza, con varie autocertificazioni e documenti allegati, attraverso il Suap, lo sportello unico delle attività produttive dell’ente locale, avvalendosi del sistema “ impresainungiorno” che permette in modo snello di poter avviare attività imprenditoriali. I funzionari del Comune hanno effettuato delle verifiche sull’attestato prodotto dal titolare dell’attività artigianale che riportava il logo di un ente di Reggio Calabria. Facendo istanza di verifica, lo stesso ente formativo calabrese ha risposto che l’attestato prodotto “è risultato palesemente falso”.

In conseguenza di ciò è stata emanata la misura cautelare del divieto immediato di prosecuzione dell’attività all’esercizio artigianale, congelando di fatto la Scia, la certificazione di inizio attività. Nell’ordinanza emanata dal Settore 4 si intima la contestuale chiusura dell’esercizio, in quanto secondo gli accertamenti “la ditta opera in assenza dei requisiti professionali per lo svolgimento della medesima attività”. Solo in caso di inottemperanza si sarebbe proceduto all’eventuale apposizione dei sigilli. Non è il primo provvedimento del genere che il Comune adotta in questo periodo sul fronte delle attività commerciali.

Nel maggio scorso un bar è stato allo stesso modo chiuso in seguito ad un sopralluogo della polizia municipale nel corso del quale era stato emesso un verbale di accertamento e contestazione di illecito amministrativo. Ad essere stata verificata la violazione del decreto ministeriale “interni” del 1992 in quanto “lo stato dei luoghi era in difformità agli elaborati tecnici allegati alla Scia”, la certificazione di inizio attività. Sulla base di questo presupposto è stata emanata l’ordinanza con la quale si intima l’immediata chiusura dell’esercizio.

Facendo ancora un altro passo indietro, esattamente nel febbraio scorso, fu anche chiuso un magazzino nel centro storico di Partinico dove si lavorava legalmente la marijuana. In prima linea sempre i caschi bianchi che accertarono in quel caso come il titolare dell’impresa non aveva chiesto le necessarie autorizzazioni per l’espletamento dell’attività di lavorazione e trasformazione nei magazzini ubicati in zona via Kennedy, uno dei quartieri più densamente abitati di Partinico. Un’attività di controllo che è partita in seguito a decine di segnalazioni di alcuni residenti, infastiditi dal forte e caratteristico odore che produce per l’appunto la marijuana.