Cronaca

Cinisi, impresa in nero: denunciato anche dipendente con reddito di cittadinanza

I finanzieri della compagnia di Partinico hanno individuato a Cinisi un’impresa edile che operava senza alcuna autorizzazione. Le fiamme gialle, in particolare, hanno notato due soggetti intenti a caricare su un automezzo commerciale bidoni di smalti e pitture.

Hanno quindi deciso di procedere all’identificazione e durante le operazioni i finanzieri hanno scoperto un deposito in cui erano stoccate centinaia di confezioni di pittura, smalti e solventi, materiali decorativi, attrezzature e strumentazioni funzionali all’esercizio dell’attività d’impresa. Uno dei due uomini, qualificatosi come il titolare dell’impresa, ha dichiarato di operare in forma abusiva da tempo, in assenza di qualsivoglia autorizzazione amministrativa per l’inizio dell’attività, senza aver palesato la propria posizione al fisco e servendosi della collaborazione del secondo soggetto identificato dai finanzieri.

E’ stato dunque avviato l’iter per l’apertura della partita iva d’ufficio ed è stata contestata al titolare della ditta l’omessa installazione del misuratore fiscale, punita con una sanzione pecuniaria da 1.032 a 4.131 euro. Per l’impiego di manodopera irregolare, invece, il datore di lavoro dovrà corrispondere una sanzione minima pari a 4.320 euro.

Considerato l’ingente stoccaggio di materiali pericolosi, l’omessa detenzione del certificato di prevenzione Incendi e la mancata predisposizione del documento di valutazione dei rischi, i finanzieri hanno anche proceduto a sottoporre a sequestro preventivo il locale e tutta la merce al suo interno depositata. Per questo motivo è stato denunciato sempre il titolare alla Procura di Palermo per la violazione delle norme sulla prevenzione incendi e sulla mancata di sicurezza dei luoghi di lavoro.

Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno inoltre permesso di appurare che il lavoratore dipendente percepiva il reddito di cittadinanza indebitamente dal mese di febbraio scorso, avendo omesso di comunicare la variazione della propria posizione lavorativa e reddituale all’Inps. Per questo le fiamme gialle hanno sequestrato la carta di accredito delle somme per il sostegno al reddito e si procederà alla revoca del sussidio, oltre che al recupero degli importi indebitamente percepiti pari a 2.500 euro.