Cronaca

Partinico, retata antimafia: le intercettazioni sulla lotta alla presidenza del consiglio

L’operazione antimafia all’alba di ieri scattata a Partinico mette in estrema evidenza il connubio tra politica e mafia, una volta di più. E conferma, una volta di più, la necessità dell’intervento dello Stato arrivato con lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.

A venire fuori le intercettazioni che confermano l’episodio venuto fuori nella relazione di scioglimento del Comune, quello dell’intercessione di personaggi di spicco di Cosa nostra partinicese per la scelta della presidenza del consiglio comunale alle elezioni del 2018. In particolare fu interessato della questione Nino Primavera, tra gli arrestati di questo blitz, in passato già condannato per mafia.

Dalle interlocuzioni intercettare dai carabinieri, Primavera si era messo “in mezzo” tra il consigliere Vito Giuliano e Nicola Lo Biundo, marito della consigliera Caterina Di Liberto. I due hanno discusso con Primavera: Giuliano pretendeva la sua elezione a presidente, al contrario Nicola Lo Biundo sosteneva che il suo atteggiamento litigioso rischiava di far saltare l’unità della coalizione di maggioranza.

Fu proprio Primavera a intercedere con Giuliano il quale effettivamente da un giorno all’altro cambiò atteggiamento in consiglio: passò dalle minacce di uscire fuori dalla maggioranza al silenzio, continuando quindi a rimanere all’interno della coalizione. Lo Biundo dipinse così Giuliano agli occhi di Primavera: «…Minchia parla assai, deve stare chiuso e devi stare in silenzio, tranquillo, le cose andranno .. perché lui è quel… ha, ha… aveva tutte le carte in regola per diventare … però minchia se gioca dall’altra parte, ci sono che basta uno che passa e gli una cosa, lui si accende tutto.. cioè non devi … non devi prestare il fianco, devi stare bello diritto tranquillo…».