Enti locali

Alcamo, il consiglio comunale decide di non decidere: nel limbo gli immobili abusivi

Alla fine il Comune di Alcamo rimase con il cerino in mano che si è spento lentamente, giorno dopo giorno, di fronte ad una patata bollente come quella della decisione di abbattere una quarantina di immobili abusivi. Non sono bastati due consigli comunali convocati consecutivamente per riuscire a raggiungere il numero legale. E così restano nel “congelatore” questi beni che nel frattempo si sono ridotti a 29 immobili perché in 6 hanno deciso di demolire autonomamente, evitando quindi la trafila con aggravi di spesa, e altri 5 hanno già scritto all’ente locale confermando la volontà di abbattere tutto a proprie spese.

Che comunque in questa legislatura non ci fosse granchè voglia di andare sino in fondo lo si era percepito da tempo. Era infatti dal 2018 che questa proposta deliberativa palleggiava tra la III commissione consiliare e gli uffici della Direzione 2, che si occupano di abusivismo. Richieste di chiarimenti, poi proposte e infine emendamenti. Nel frattempo sono passati quasi 3 anni prima di far approdare la proposta di deliberativa in consiglio per la decisione.

E alla fine, con la larga assenza tra i banchi, l’assise ha deciso di non decidere. Questi immobili sono tutti acquisiti al patrimonio del Comune dopo aver superato tutta la trafila burocratica inerente l’accertamento dell’abuso e la mancata inottemperanza alla demolizione da parte del titolare. Strutture quindi che restano sul groppone del municipio senza una  destinazione. In molti casi resteranno in mano agli stessi autori dell’abuso che continuano a viverci all’interno, come accertato dalla polizia municipale nel corso dei vari sopralluoghi effettuati.

Il consiglio era stato chiamato a deliberare sull’adozione dei provvedimenti da intraprendere e a stabilire le prime misure organizzative. Da evidenziare che degli originari 40 immobili su cui pronunciarsi gli uffici comunali erano stati chiari: per 37 di essi non c’era nulla da fare perché antieconomici o perché realizzati in vincolo assoluto o relativo, vale a dire in zone di tutela paesaggistica.

dopo i continui palleggi, la III commissione aveva invece stabilito che dei 29 immobili (al netto di quella demoliti o in via di demolizione) ben 12 si sarebbero potuti salvare dandogli una destinazione per utilizzo pubblico. Per alcuni di essi vi era persino l’ordinanza della procura che aveva stabilito l’abbattimento. Sulla carta questo ordine del giorno potrebbe essere riproposto in consiglio sino al prossimo 25 agosto, data ultima dopo la quale scattano i 45 giorni dalle elezioni amministrative per cui l’assise può solo pronunciarsi su atti obbligatori.