Cronaca

San Giuseppe Jato, furti e rapine commessi da un’organizzazione criminale scoperta dai carabinieri

Figura anche San Giuseppe Jato tra i paesi in cui operava un’organizzazione criminale che commetteva furti, rapine, ricettazione, riciclaggio ed estorsione con il metodo del “cavallo di ritorno”. A sgominare il gruppo sono stati i carabinieri che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dall’ufficio del Giudice per le Indagini preliminari del tribunale di Termini Imerese nei confronti di 10 soggetti.

I destinatari della misura sono tutti residenti a Palermo e già noti alle forze dell’ordine. Tale organizzazione non si è costituita in maniera fortuita, ma è stata strutturata in maniera stabile e con uno schema gerarchico ed un obiettivo comune. Si è accertato infatti che i soggetti che ne hanno fatto parte avevano tutti un ruolo chiaro all’interno della struttura ed agivano secondo un consolidato “modus operandi”.

Obiettivo principale della banda era il furto di veicoli (auto, motocicli, ciclomotori…)  che venivano poi utilizzati con diverse finalità, tra cui per la commissione di successivi furti o rapine, prenderne la componentistica e poi rimontarla su altri mezzi da usare personalmente o da rivendere,o ancora per ricavarne denaro grazie al metodo del “cavallo di ritorno” per cui i proprietari dei mezzi venivano invitati a pagare una somma per aver restituito il bene.

Nell’esecuzione materiale dei reati, la banda – oltre ad utilizzare sempre mezzi precedentemente rubati e con targhe diverse – ha operato quasi sempre col volto travisato e mediante l’utilizzo di fasciacollo, tute e felpe con cappucci, in maniera tale da impedire una facile individuazione, agendo quasi sempre nelle ore notturne.

Le indagini hanno riguardato il periodo tra febbraio e luglio del 2019 ed hanno consentito di individuare i vertici e i sodali dell’associazione, che operavano nella provincia di Palermo e recuperare numerosi veicoli e restituirli ai legittimi proprietari. L’attività permetteva di appurare che oggetto principale dei furti commessi dall’associazione era relativo a ciclomotori Vespa 50 Special, particolare che ha dato il nome all’attività.