Cronaca

Partinico, sub colto da embolia salvato dalla camera iperbarica dell’ospedale

Rischia di morire a causa di un’embolia nei fondali di Ustica. Salvato dalla camera iperbarica della cittadina marinara e poi trasferito in quella all’interno dell’ospedale Civico di Partinico per ulteriori complicazioni. Drammatica disavventura per un istruttore subacqueo di 52 anni: ora è fuori pericolo ma potrebbe portarsi dietro degli strascichi pesanti da questo incidente. Ha infatti delle lesioni al midollo spinale e ne risentono gli arti inferiori.

Di certo, in questo complicato quadro clinico, può comunque tirare un sospiro di sollievo il professionista perché davvero ha rischiato di perdere la vita al largo della costa di Ustica durante una delle due solite immersioni. Per lui dove a essere la routine, dal momento che da tantissimi anni svolge questa attività professionale. Cosa però sia successo nella sua ultima attività subacquea resta un mistero. Il 52enne dopo la “solita” immersione è stato subito recuperato perché vittima di un’improvvisa ostruzione delle arterie.

La causa è sempre la solita in casi come questi: la presenza di bolle gassose di azoto che si formano durante una risalita in superficie troppo veloce. Almeno questo quanto si presume da una prima verifica sul paziente. L’episodio è accaduto domenica scorsa ma soltanto ieri la notizia è trapelata. L’uomo, secondo una prima sommaria ricostruzione, è stato recuperato in gravi condizioni al largo della costa di Ustica dove era impegnato in un’immersione. All’improvviso la situazione è precipitata con il sub riemerso dall’acqua privo di conoscenza.

Immediati sono scattati i soccorsi ed è stato proprio grazie all’immediato ricovero alla camera iperbarica attivata ad Ustica che si è riusciti ad evitare la tragedia: “Quando è arrivato aveva effettivamente una brutta embolia – racconta Calogero Agrò, responsabile della camere iperbariche dell’Asp di Palermo -, il paziente risponde bene alla terapia. È stato sottoposto ad ossigenoterapia e i risultati si stanno vedendo, specie dopo il ricovero a Partinico che si è reso necessario per alcune problematiche legate alle gambe. C’è una lesione al midollo spinale, a conclusione della terapia si dovranno effettuare ulteriori accertamenti”.

Sicuramente l’immediatezza dei soccorsi è stata determinante per salvare la vita del sub. Ad Ustica la camera iperbarica è tornata quest’anno in funzione a giugno inoltrato, insieme a quella di Lampedusa, un po’ in ritardo rispetto agli anni pre-covid quando le strutture erano operative dal primo maggio, ma in anticipo comunque rispetto allo scorso anno quando in piena pandemia le stesse camere iperbariche furono operative solo a luglio. Una struttura sanitaria essenziale per Ustica dove vi sono molti sub che operano e proprio per questo i servizi sanitari devono essere pronti in caso di necessità.

Reparti che in passato hanno salvato la vita a tante persone che hanno avuto problemi in mare, ma anche a quanti sono rimasti intossicati a causa di incendi o da monossido di carbonio. Lo scorso anno l’ultimo grave caso di embolia nel mare di Ustica ma anche in quel caso fu provvidenziale l’immediata terapia di “ricompressione”.