Enti locali

Partinico, Comune aderisce a Consorzio legalità per la gestione dei beni confiscati

Il Comune di Partinico entra a far parte del Consorzio “Sviluppo e legalità” costituito dai municipi di Monreale,  Piana degli Albanesi, San Cipirello e San Giuseppe Jato. L’obiettivo è quello di ottimizzare e migliorare la gestione dei beni confiscati alla mafia nella cittadina partinicese, come specificato nella delibera di adesione firmata dai tre commissari prefettizi del Comune Concetta Caruso, Isabella Giusto e Maria Baratta:

“L’adesione al consorzio – scrivono – consentirebbe a questo ente, sostenendo una spesa annua quale contributo al funzionamento di modesta entità alla luce dei valori storici, una più proficua gestione del patrimonio confiscato alla mafia destinato al Comune di Partinico e in particolare dei terreni aventi vocazione agricola, tenuto conto della specificità dell’attività del consorzio”. Ed effettivamente il principale compito dell’organismo è quello di consentire ai Comuni aderenti di superare le difficoltà finanziarie ed organizzative che potrebbero impedire “l’esercizio efficace ed economico delle attività necessarie.

E difatti ha per oggetto l’amministrazione comune, per finalità sociali, diretta o mediante la concessione a titolo gratuito, dei beni confiscati con provvedimento dell’autorità giudiziari. Per la realizzazione di questo obiettivo considerato primario, il consorzio ha l’autorità e i compiti i organizzare iniziative volte alla diffusione della cultura della legalità attraverso corsi di formazione, convegni o altre forme nel territorio di riferimento. In buona sostanza questo consorzio ha nella sua mission più importante quello di valorizzare un determinato bene confiscato, renderlo produttivo  creare anche occasione di inserimenti occupazionali.

Parliamo di una realtà importante e consolidata tanto che la prefettura di Palermo sin dall’inizio di questa esperienza ha sentito il bisogno di coinvolgere, attraverso la sottoscrizione della “Carta degli Impegni”, anche due società a capitale pubblico come Italia Lavoro spa e il consorzio Sudgest, nonché l’associazione “Libera” di don Luigi Ciotti, network che raccoglie oggi oltre 1.500 associazioni impegnate nella lotta contro la mafia. Ognuno di questi soggetti mette a disposizione del consorzio le rispettive competenze per dare un supporto di immagine e di contenuti che, oltre ad attribuire un valore aggiunto all’iniziativa, può garantire quel necessario incremento di valore aggiunto e di immagine del progetto.

Da evidenziare che il dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno ha assunto l’iniziativa a progetto pilota nell’ambito del Pon “Sicurezza” 2000-2006 cofinanziato dall’Unione Europea e ne ha finanziato la realizzazione.

Grazie a questi investimenti beni  improduttivi appartenuti  a boss mafiosi di primo piano sono stati recuperati e trasformati in strutture produttive, re-immesse nel circuito dell’economia legale e affidate in gestione a quattro cooperative sociali di giovani nel frattempo costituite. Oggi in queste strutture e sui 700 ettari di terre confiscate alla mafia nella nostra disponibilità  lavorano circa 100 persone, tra soci delle cooperative e l’indotto che si è creato nel territorio.