Cronaca

Processo Game over, oggi le richieste di condanna e Ninì Bacchi accusa gli estortori

Colpo di scena all’ultima udienza di oggi del processo “Game over” in cui sono imputati l’imprenditore di Partinico Ninì Bacchi e altri presunti affiliati ad un sistema di centri scommesse e mafia. Prima che prendesse la parola il pubblico ministero per le sue richieste di condanna, l’imputato ha chiesto la parola al presidente del collegio giudicante della quarta sezione del tribunale di Palermo. Ha voluto rendere dichiarazioni spontanee con le quali ha accusato in aula gli estortori della mafia che hanno minacciato per anni lui e i suoi agenti della rete dei punti scommesse che Bacchi gestiva nella provincia di Palermo.

Una dichiarazione puntuale e dettagliata, con indicazione di nomi di peso nel mondo della mafia, cifre e date, accompagnata dal chiarimento col quale Bacchi ha spiegato di non avere prima potuto fare queste rivelazioni facendo nomi e cognomi dei suoi aguzzini solo per paura, la paura delle ritorsioni che poteva subire in carcere. “Solo oggi – ha dichiarato Bacchi – ho preso questo coraggio perché solo ora mi sento un po’ più sicuro trovandomi finalmente agli arresti domiciliari dopo più di tre anni dal mio arresto”.

Nel suo accorato appello finale ai giudici, Bacchi ha chiesto che si faccia giustizia. E qui la sua difesa si è trasformato anche in un atto di accusa contro il sistema giustizia quando ha detto di essere finora stato vittima due volte, prima vittima della mafia e poi dello Stato: “Di una giustizia – ha chiaramente detto – che finora non ha fatto giustizia”.