Cronaca

Alcamo, Comune rescinde contratto con ditta D’Angelo Saltano fuori “violazioni gravi”

Il Comune di Alcamo rescinde il contratto con la ditta D’Angelo che gestisce l’appalto per lo smaltimento della frazione umida dei rifiuti. La decisione in seguito ad un controllo dell’ufficio tributi del Comune che ha accertato l’esistenza di “violazioni gravi” per un mancato pagamento di tributi pari a oltre 300 mila euro. Tutto contestato dalla stessa ditta che ha già presentato le sue controdeduzioni evidenziando persino l’errata applicazione della norma.

Il Comune intanto ha anche segnalato l’inadempienza all’Anac, l’autorità anticorruzione, e dunque per l’impresa potrebbe profilarsi lo stop nei rapporti con qualsiasi tipo di pubblica amministrazione. L’appalto in questione, per un importo di circa un milione di euro, era stato consegnato sotto le riserve di legge il 4 giugno scorso ma solo alla fine dello scorso mese di agosto è saltato tutto fuori in seguito ad un controllo effettuato dagli uffici sulle dichiarazioni rese in sede di gara dall’aggiudicatario sul possesso dei requisiti di ordine generale e di capacità tecnico-organizzativa ed economica finanziaria.

Quel che è emerso dal controllo incrociato delle banche dati  è che la ditta non avrebbe pagato qualcosa come 347.880,97 euro di Imu e ulteriori 1.250 euro di Tari, la tassa sui rifiuti. “Questa stazione appaltante – scrive la dirigente della Direzione 1 del Comune, Dorotea Martino – ha oggettiva e documentata evidenza della gravità della violazione fiscale come risulta dalle attestazioni della Direzione 5”. Il provvedimento di interruzione del rapporto da parte del Comune di Alcamo fa leva su un precedente pronunciamento del Tar su una situazione simile.

Trattandosi di un servizio funzionale alla raccolta rifiuti, la cui interruzione potrebbe comportare criticità di natura igienico-sanitaria, la revoca decorrerà dalla data di subentro a regime del nuovo affidatario e comunque non oltre 15 ottobre.

“È tutto falso – replica Vincenzo D’Angelo, titolare della ditta -. I tributi non pagati che ci contestano anzitutto non sono accertati in quanto alle varie cartelle che sci sono state inviate abbiamo presentato ricorso per l’errata applicazione dell’aliquota Imu di alcuni terreni di nostra proprietà. Inoltre, proprio perché vi è un contenzioso in atto, è stata erroneamente applicata questa norma di rescissione. Vorrei anche precisare che ad oggi per questo appalto abbiamo effettuato servizi per circa 500 mila euro e di contro il Comune non ci ha liquidato un solo euro”.