Enti locali

Partinico, il pasticcio degli Asu. Prima assunti, poi stoppati e adesso citano il Comune

Sarebbero dovuti approdare al Comune di Partinico dal luglio del 2020 in forza di una operazione per cui già era stato riscontrato tutto positivamente. Poi però, proprio alla fine di quel torrido mese di luglio, arrivò lo scioglimento per infiltrazioni mafiose e con esso i tre commissari prefettizi che stopparono tutto. Ha davvero del clamoroso quanto accaduto con ben 44 lavoratori Asu rimasti senza lavoro.

Appartenenti a diverse cooperative, chiesero di poter transitare nell’organico municipale ed ottennero il via libera dall’allora commissario regionale in carica al Comune, Rosario Arena, in seguito al via libera ottenuto dagli uffici. Ma in realtà quella operazione non si sarebbe potuta fare e la commissione prefettizia, non appena saputo di questo possibile transito, decise di non dar seguito a tale direttiva.

Da allora questi 44 lavoratori sono senza lavoro e non percepiscono più l’assegno e adesso citano in giudizio l’ente chiedendo anche un risarcimento danni. Sono stati infatti licenziati dalle rispettive cooperative, in forza proprio di quella operazione che era stata a suo tempo decisa. La cessazione del rapporto di lavoro era necessaria in virtù della loro successiva assunzione al Comune che però, come detto, non avvenne in seguito all’avvento dei commissari prefettizi.

Una vicenda che rischia davvero di far scoppiare una bufera anche perché nel frattempo ci sono state due lettere di fuoco della Regione da parte del dirigente di servizio dell’assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro da cui dipendono gli Asu che vengono poi “prestati” agli enti locali o altri enti pubblici. Ci furono diversi decreti della Regione che intimarono al Comune di dar seguito a quella direttiva interna con cui per l’appunto si autorizzava questo assorbimento di 44 Asu nei ranghi della propria pianta organica.

Sulla base di tale diniego questo mini esercito di precari regionali ha deciso di proporre ricorso davanti al tribunale di Palermo, alla sezione controversie di Lavoro, per dichiarare che il Comune di Partinico non ha ottemperato ai decreti dirigenziali regionali e, per l’effetto, condannare la municipalità alla loro assegnazione all’interno della pianta organica comunale al fine di svolgere attività socialmente utile “secondo quanto previsto dalla legge regionale 17 del 2019 a condizione che vengano utilizzati in mansioni riconducibili al titolo di studio di inserimento nell’originario progetto di lavori socialmente utili”.

Nel contempo gli stessi ricorrenti hanno dichiarato di aver subito un danno pari all’indennità mensile non percepita di quasi 600 euro e per cui si chiede tale risarcimento o, in subordine, dalla messa in mora dell’1 ottobre scorso sino al momento in cui saranno utilizzati dal Comune di Partinico. Dal suo canto i commissari prefettizi si oppongono evidenziando l’assenza di piano assunzionale e di un’apposita delibera che rende impossibile la fattibilità dell’operazione di mobilità:

“E’ dunque doveroso opporsi al ricorso – si legge nella delibera dei commissari Concetta Caruso, Isabella Giusto e Maria Baratta -, mediante costituzione dinanzi al tribunale di Palermo sezione controversie di lavoro per tutelare gli interessi dell’ente, attesa l’infondatezza dei motivi dedotti nel ricorso proposto”.