Cronaca

Terrasini, altro rinvio per il processo “Nuova Iside”, la delusione dei familiari delle vittime

Altro rinvio, il secondo, per l’avvio del processo sull’affondamento del peschereccio “Nuova Iside”. L’udienza doveva svolgersi oggi ma per una improvvisa indisposizione del presidente Bruno Fasciana il processo è stato rinviato, di nuovo, stavolta al 23 novembre. E’ il caso  del “Nuova Iside”, il peschereccio di Terrasini affondato la notte del 12 maggio 2020 al largo di San Vito Lo Capo, dopo una presunta collisione con la petroliera Vulcanello. A perdere la vita i 3 membri dell’equipaggio del Nuova Iside, i pescatori Giuseppe, Matteo e Vito Lo Iacono.

Imputati – con l’accusa di avere causato il naufragio – il comandante della Vulcanello Gioacchino Costagliola, il terzo sottufficiale di coperta Giuseppe Caratozzolo, e il timoniere della petroliera, il romeno Mihai Jorascu. Quest’ultimo, si è appreso lo scorso 2 novembre, deceduto mentre era detenuto agli arresti domiciliari in Romania. La causa di morte sarebbe un sospetto infarto ma al momento non è stato possibile saperne di più da parte degli avvocati che rappresentano i familiari delle vittime.

Il processo sarebbe dovuto iniziare il 2 novembre scorso ma il presidente della IV sezione penale, Bruno Fasciana, è stato costretto a rinviare al 16 novembre a causa della ristrettezza dell’aula rispetto alla folta presenza di familiari delle vittime, che intendono costituirsi parte civile, dei rispettivi legali e di quelli degli imputati. Oggi il processo si sarebbe celebrato in aula più grande, quella della corte di assise di appello, le parti erano tutte presenti ma, non senza imbarazzo, hanno dovuto prendere atto dell’ennesimo rinvio.

Presenti anche gran parte dei familiari delle vittime che intendono costituirsi parte civile,  assistiti dagli avvocati Cinzia e Antonio Pecoraro, Paolo Grillo, Aldo Ruffino e Giuseppina Scrudato, numerosi difensori oltre alla Corte e al pm Vincenzo Amico. Lo scorso luglio il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto, accogliendo la richiesta della Procura, aveva disposto il giudizio immediato per i tre indagati ritenendo che le prove fossero evidenti: secondo la ricostruzione dell’accusa, il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Vincenzo Amico, il Nuova Iside era a prua della petroliera. Lo è stato per oltre 20 minuti, il rischio collisione era chiaro ma a bordo della petroliera nessuno si accorse di niente.