Cronaca

Alcamo e il “sistema Fratello”, si discute sulle intercettazioni. Giudice nomina perito

Sarà un perito nominato dal tribunale di Trapani a stabilire quali intercettazioni trascrivere nell’ambito del processo sfociato dall’inchiesta “Brother” che scattò nel 2018 e che vide accendere i riflettori su un presunto sistema che faceva affari con le cooperative sociali del trapanese, specie quelle che lavoravano sul fronte della gestione dei servizi di accoglienza agli immigrati. Il giudice Daniela Troja ha deciso di affidare al perito una consulenza sulla base delle richieste avanzate sia dalla Procura che dalla difesa dell’imputato principale dell’inchiesta, l’ex deputato regionale Norino Fratello.

Ognuno ha chiesto che fossero trascritte delle intercettazioni, il giudice quindi è riservato in attesa della consulenza che servirà a capire se accettare o meno le istanze di trascrizione sulla base ovviamente dell’interesse connesso al processo. Udienza che si è chiusa sostanzialmente qui con rinvio al prossimo 17 marzo.

“Siamo sereni” ha ribadito Baldassare Lauria, l’avvocato che difende Norino Fratello. Nelle scorse settimane in sede di udienza preliminare in abbreviato è stata assolta da ogni Anna Maria Montemagno, 50 anni, accusata di essere proprio una delle prestanome dell’ex parlamentare regionale, ritenuto il gestore di fatto di numerose cooperative soprattutto ad Alcamo.

L’operazione Brother” si concretizzò nel 2018 e vide in totale 14 indagati. In 13 hanno scelto il rito ordinario e tutti sono stati rinviati a giudizio. Tutto ruota attorno alla figura di Norino Fratello che in passato patteggiò anche la pena ad un anno e mezzo per l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Gli altri indagati sono: Salvatore Fratello, l’ex vicepresidente del consiglio comunale di Alcamo Gaetano Calvaruso e con loro i presunti prestanome Maria Adragna, Davide Amodeo, Cristina Coppola, Benedetto Costantino, Antonino D’Angelo, Sebastiano D’Angelo, Maria Fileccia, Baldassare Marchese, Patrizia Messina e Marisa Oliveri. Tutti sono indagati con accuse a vario titolo per estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, evasione fiscale e mancato versamento dei contributi.