Cronaca

Alcamo, imprenditore nei guai, accusato da collaboratori di giustizia, beni sequestrati

Il tribunale di Trapani, sezione misure di Prevenzione, ha sequestrato beni ad un imprenditore alcamese vicino al mondo della formazione professionale. Si parla di 2 milioni e mezzo di euro come equivalente del valore dei beni a cui sono stati messi i sigilli.  A questo provvedimento si è arrivati a seguito delle risultanze investigative, corroborate anche dall’importante contributo di alcuni collaboratori di giustizia.

L’operazione è stata portata avanti congiuntamente dalla Dia e dalla guardia di finanza. Gli inquirenti hanno ritenuto sussistere “un adeguato compendio indiziario” che avrebbea consentito di accertare, a carico dell’indagato, un giudizio di pericolosità sociale di tipo “qualificato” includendo lo stesso o nella categorie degli indiziati di appartenere all’associazione di tipo mafioso.

L’ampio ed eterogeneo contesto indiziario, ricostruito su questo versante, è costituito dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, dagli elementi di riscontro acquisiti a conferma delle accuse e dalle risultanze delle attività tecniche eseguite, che hanno consentito di contestare all’imprenditore di essere addirittura un “dominus” di un sodalizio criminoso, idoneo al conseguimento di illeciti profitti, derivanti da finanziamenti pubblici previsti in favore della formazione professionale e da pubbliche erogazioni, ottenute grazie alla commissione di truffe e di illecite distrazioni patrimoniali poste in essere con la rete di società da lui stesso gestite.

In particolare, venivano ricostruite alcune aggiudicazioni pubbliche, rispetto alle quali, doveva essere versata alla famiglia mafiosa alcamese una percentuale fissa del 2% rispetto al prezzo loro corrisposto dall’ente pubblico. Il provvedimento ha disposto il sequestro di 6 compendi aziendali operanti nel settore della formazione professionale, edile e del commercio, oltre che immobili, partecipazioni societarie, depositi e conti correnti bancari personali.