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Borgetto, la sedia del sindaco ora è bollente, tra crisi e l’ombra della sfiducia

La crisi politica potrebbe nascondere anche l’ombra di una ipotetica sfiducia. Oggi i numeri oltretutto dicono che questa ipotesi potrebbe concretizzarsi: 8 i consiglieri su 12 tra gli scontenti di questa amministrazione comunale dopo la rottura del sindaco Luigi Garofalo con il suo vice Alessandro Santoro. Ai quattro del Movimento 5 Stelle e ai due transfughi della prima ora della Nuova Dc, si potrebbero aggiungere i due esponenti del Partito Democratico, tra cui proprio Santoro che continuerà a restare al palazzo di città nel ruolo di consigliere.

Ed in realtà ci sarebbe anche la consigliera Vittoria Albano che recentemente si è dichiarata indipendente di maggioranza ma anche lei non ha lesinato critiche all’attuale governo cittadino. Per la sfiducia basterebbero i due terzi dell’assise, quindi 8 consiglieri, e al momento si potrebbe potenzialmente andare con i numeri anche oltre al quorum risicato. Intanto si parla già di primi contatti proprio tra Santoro, l’altro consigliere del Pd Alfredo Panettino e i 6 consiglieri comunali che già sono all’opposizione.

Scenario che è assolutamente prematuro ma che allo stesso tempo non appare nemmeno eccessivamente distante dall’attuale clima politico che si respira. Il primo cittadino ammette che già da tempo aveva ipotizzato un azzeramento della giunta: “Ammetto di averlo pensato – conferma – ma ho avuto ben tre assessori contemporaneamente colpiti dal covid. Non mi è parso affatto il caso di procedere in questo modo mentre erano alle prese con i loro problemi di salute”. Ancora i tre sono convalescenti ma a giorni dovrebbero tornare pienamente in attività ed allora l’azzeramento potrebbe davvero concretizzarsi.

“In politica mai dire mai ma personalmente non torno più indietro – precisa Santoro, che dunque fa intendere che la ricomposizione della frattura appare lontana anche se non impossibile -. Io sono stato vicesindaco più di diritto che di fatto, nonostante questo non voglio scappare da nessuna responsabilità. Ma è pur vero che di fronte a questa crisi politica che ci portiamo dietro da più di un anno le mie responsabilità direi che sono limitate. Questa crisi politica ha compromesso il normale svolgimento dell’attività amministrativa. Un esempio su tutti? Il bilancio riequilibrato appena approvato dopo il dissesto finanziario è stato votato soltanto da quattro consiglieri comunali in seconda convocazione, tra i quali c’ero io che sono stato leale sino all’ultimo con il mio partito”.