Commemorazioni

Carini, il ricordo della giovane vittima della mafia Gian Matteo Sole

Ieri è stato commemorato Gian Matteo Sole a Carini, giovane vittima della mafia. Venne ucciso a soli 24 anni nel 1995 perché la sorella si era innamorata del figlio di un importante mafioso, Marcello Grado, figlio di Gaetano. Lo rapirono e uccisero brutalmente perché pensavano che potesse essere a conoscenza del progetto di rapire per ritorsione i figli di Totò Riina.

Presenti alla cerimonia i rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, le autorità civili e militari, le forze dell’ordine, le scuole, le associazioni e i familiari delle vittime della mafia. Il sindaco Giovì Monteleone ha ricordato come Carini abbia pagato u prezzo altissimo con tante vittime per mano mafiosa:

“In questa zona, un tempo paradiso in terra con il suo mare fantastico e le sue campagne fertili, – ha detto – si è trasformata in un inferno a causa di scelte urbanisticamente e politicamente scellerate, con il complice silenzio delle istituzioni preposte alla tutela del territorio. Il degrado ambientale conseguente ha provocato il degrado morale, favorendo quella terra di coltura dove si radica il malaffare mafioso con conseguente controllo del territorio. Il cancro della mafia si può sconfiggere con un solo antidoto: la cultura. La cultura dello Stato Democratico e del senso del dovere, che si deve coltivare quotidianamente con l’esempio da parte di chi riveste cariche pubbliche e che deve essere insegnata dalla scuola ad ogni studente, tenendo presente che obiettivo primario della pubblica istruzione è formare cittadini responsabili e costruttori di una società più giusta e progredita. So che voi parenti e genitori delle vittime di mafia vi adoperate tanto nelle scuole non solo per difendere la memoria, ma anche per evitare che altre madri, padri, fratelli, sorelle, figlie e figlie subiscano il dolore che attanaglia quotidianamente le vostre vite.

Solo così si può onorare la memoria di Gian Matteo e di  tante vittime della mafia e non rendere vano il loro estremo sacrificio”.