Cronaca

Partinico, l’allarme della Dia “Contrasti tra gruppi, possibile guerra di mafia”

Emerge un passaggio inquietante nella I relazione semestrale della Dia, la direzione investigativa antimafia, dove addirittura c’è il fondato timore di una possibile nuova guerra di mafia su Partinico. Il riferimento in particolare è a quanto emerso nelle operazioni antimafia “Gordio” e “Pars inquia” che hanno permesso di disvelare le dinamiche criminali in atto nel mandamento mafioso di Partinico, documentando l’operatività di 5 distinte associazioni finalizzate al traffico e alla produzione di stupefacenti.

Alcune di esse capeggiate da personaggi già condannati in passato per associazione di tipo mafioso o ritenuti fortemente contigui a cosa nostra. In tale contesto criminale, emergono legami tra cosa nostra partinicese e alcune ‘ndrine calabresi, nonché inediti tentativi di contatti con la consorteria romana dei Casamonica.

A Partinico arrivavano ingenti quantitativi di cocaina soprattutto dalla Calabria, pronta per essere immessa nelle varie piazze di spaccio siciliane. Inoltre nelle campagne partinicesi è stata rinvenuta una vasta piantagione di circa 3.300 piante di cannabis indica, nonché alcuni siti di stoccaggio dove erano in essiccazione considerevoli quantitativi di marijuana. Complessivamente circa sei tonnellate di sostanza stupefacente in parte già pronta per essere immessa nel “mercato”.

Le indagini hanno messo in luce, infine, una situazione di particolare fibrillazione nei rapporti tra i clan manifestatasi con numerosi danneggiamenti, spedizioni “punitive” ed atti incendiari riconducibili all’uno o all’altro sodalizio criminale. La necessità di non compromettere i cospicui introiti garantiti dal traffico di stupefacenti ha evitato l’esacerbazione dei contrasti tra i vari gruppi oggetto di indagine.

Al riguardo come  evidenziato dal Gip nell’ordinanza cautelare in esame è emersa “…l’immagine di una vera e assai allarmante balcanizzazione degli scenari criminali partinicesi…” che sebbene “…siano tra loro tutti legati da reciproche e contemporanee parentele mafiose…” non consentono di documentare una condizione di pax criminale in seno a tali gruppi piuttosto lasciano “presagire futuribili scenari di nuove e forse imminenti guerre di mafia nella provincia palermitana storicamente nota come tra le più attive nell’ambito criminale del traffico di stupefacenti”.