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Partinico, si continua a stangare gli evasori, emessi ruoli per il mancato pagamento Imu

Ammontano a quasi 1,9 milioni di euro i ruoli emessi dal Comune per gli evasori dell’Imu, la tassa sulla proprietà degli immobili. Si tratta di contribuenti che non hanno mai pagato l’imposta attraverso gli avvisi bonari che sono stati inviati negli anni scorsi. Motivo per cui queste pendenze si sono trasformate in “ruoli coattivi”, con la conseguenza dell’avvio di tutte le procedure forzate.

Si parla di circa 4.600 cartelle inviate che sono di competenza dell’organismo straordinario di liquidazione, che si è insediato a Partinico nel momento in cui è stato dichiarato il dissesto finanziario. Quindi parliamo in questo caso di tributi che risalgono a prima del 31 dicembre del 2016, periodo in cui si è era approvato l’ultimo bilancio prima per l’appunto della dichiarazione di dissesto.

Adesso per questi contribuenti scatta il conto alla rovescia. Secondo quanto prevede la prassi adesso scatta l’intimazione ad adempiere al pagamento, entro il termine dei 60 giorni dalla data di notifica dell’atto. Gli importi indicati contengono l’indicazione che costituiscono titolo esecutivo idoneo ad attivare le procedure esecutive, che può essere il pignoramento, e cautelari, con ipoteca o fermo dei beni mobili registrati.

Sulle somme iscritte a ruolo sono dovuti gli interessi di mora per ogni giorno di ritardo, nonché l’intero compenso dovuto all’Agente della riscossione, calcolato sul capitale e sugli interessi di mora, e tutte le eventuali ulteriori spese derivanti dal mancato pagamento della cartella. Trascorso questo termine, l’Agente della riscossione può avviare azioni cautelari e conservative e le procedure per la riscossione coattiva su tutti i beni del creditore e dei suoi co-obbligati, come, per esempio, il fermo amministrativo di beni mobili registrati e il pignoramento dei beni.

Da evidenziare che al Comune, dopo il dissesto finanziario e l’avvento dei commissari prefettizi per lo scioglimento per infiltrazioni mafiose, si è lavorato a spron battuto proprio sul fronte dei recupero dei tributi probabilmente il più grande problema che ha afflitto l’ente municipale e lo ha portato alla “bancarotta”. Negli anni collegati ai tributi incassati e accertati tra il 2017 e 2018 si è riusciti a recuperare 9,1 milioni di euro, con una media di incasso di circa l’80 per cento.

Gli uffici, sotto il coordinamento delle tre commissarie prefettizie Isabella Giusto, Concetta Caruso e Maria Baratta, hanno completato il lavoro per il recupero dei tributi collegati al 2017 e gli incassi sono letteralmente lievitati: l’Imu, l’imposta comunale sul possesso degli immobili, ha raggiunto il picco di un incasso al 92 per cento, permettendo di far entrare qualcosa come 6 milioni di euro sui 6,5 di previsione.

La Cosap, il canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, ha sfiorato l’incasso massimo: si è arrivati a 192 mila euro di introiti nell’anno 2018, con un ammanco di appena 4 mila euro, pari al 98 per cento di copertura.

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