Cronaca

La droga come ultima ancora di salvezza per i fardazza, chili di marijuana che inondavano le piazze.

Nel blitz dei carabinieri nel regno di Matteo Messina Denaro emerge anche il ruolo di due partinicesi nel campo della droga. Sono Michele Vitale, 30 anni e Giuseppe Speciale, 40 anni. Nel corso delle investigazioni, sono stati inoltre accertati stretti e intensi rapporti tra Piero Di Natale, il capo mafia Francesco Luppino e i membri di Cosa nostra appartenenti al mandamento di Partinico. Ed emerge un carico di oltre 4 chili di marijuana acquistati nel Trapanese per 7260 euro.

Per acquistare la droga, Michele Vitale aveva violato la violazione della misura di sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.

Nel gennaio 2021 venivano registrate alcune conversazioni, dalle quali si comprendeva che Piero Di Natale stava pianificando il trasporto di un “carico” di sostanza stupefacente da Marsala a Partinico.

Innanzitutto il 10 gennaio 2021 veniva accertato un incontro fra Piero Di Natale, Daniele Coppola, Michele Vitale classe ’92 (figlio del capo mafia Vito, noto fardazza) e Giuseppe Speciale, quest’ultimo pure condannato con sentenza irrevocabile per aver partecipato alla famiglia mafiosa di Partinico, scarcerato il 18 agosto 2019 e sottoposto a far data dal 7 aprile 2021 alla misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno.

Nel corso di tale incontro, lo Spyware installato sul dispositivo cellulare di Piero Di Natale registrava il dialogo fra i predetti, inizialmente riguardante diversi associati mafiosi detenuti come lo Speciale (che, come detto, era stato scarcerato poco più di un anno prima) e poi avente ad oggetto la realizzazione di traffici illeciti di sostanze stupefacenti fra la provincia trapanese e quella palermitana.

l Di Natale, tornato a Campobello di Mazara dopo la trasferta a Partinico per trasportare il “carico” di 4,2 kg marijuana nel corso della quale era stato arrestato in flagranza il corriere Daniele Coppola, si recava immediatamente presso l’abitazione di Antonino Nastasi, al quale raccontava quanto accaduto. Al fine di sfuggire a eventuali perquisizioni che il Di Natale avrebbe potuto subire nei momenti immediatamente successivi all’arresto del “corriere”, specie se quest’ultimo avesse cantato” e riferito i nomi dei propri complici, lo stesso

Di Natale chiedeva proprio al Nastasi di custodire la somma di denaro contante. Come registrato dai microfoni “ambientali” installati, il Di Natale quella stessa sera lasciava quindi in consegna al Nastasi 7.260 euro, in contanti, ricevuti dai mafiosi di Partinico; ciò all’evidente fine di garantirsi il profitto dell’illecita compravendita ed eludere eventuali perquisizioni che lo stesso Di Natale avrebbe potuto subire nei momenti immediatamente successivi all’avvenuto arresto in flagranza di Daniele Coppola; al momento della consegna, il Di Natale intimava al Nastasi di allontanarsi dal suo dispositivo cellulare, circostanza che già connotava di illiceità quella consegna di denaro.