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Depenalizzazione cannabis: la strada è ancora lunga

Il nuovo Parlamento si è insediato nei giorni scorsi e finalmente riprenderà il lavoro sui disegni di legge rimasti in attesa di essere approvati. Uno che farà molto discutere è senza alcun dubbio quello sulla depenalizzazione per la coltivazione domestica della cannabis per uso terapeutico. Ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta.

Possibilità di crescere un massimo di quattro piante di marijuana per uso personale e pene detentive più basse per il piccolo spaccio, salvo il caso di cessione a minori di sostanze stupefacenti. È quanto prevede il ddl Magi-Licatini che mira a depenalizzare la coltivazione domestica della cannabis per “sostenere chi ne fa un uso terapeutico e per togliere terreno allo spaccio”. Lo afferma in una nota Mario Perantoni (M5S), relatore del provvedimento in commissione.

Tra le principali novità contenute nel ddl segnaliamo:

– l’esenzione da sanzioni (sia penali che amministrative) per tutti coloro che coltivano per autoconsumo fino a quattro piante femmine di marijuana (si possono piantare semi femminizzati di varietà differenti;

– la riduzione delle pene per chi commette reati che riguardano la cessione di piccole quantità di stupefacenti le cui pene massime passano dagli attuali quattro anni a due anni e due mesi;

– l’istituzione di una giornata nazionale dedicata alla prevenzione dei danni causati dall’alcol, dagli stupefacenti e dal tabacco e incentrata in particolar modo sulla sensibilizzazione degli studenti delle scuole medie e superiori.

Per approfondimenti sul ddl in questione si veda il dossier del Servizio studi della Camera dei Deputati.

Cannabis: il dibattito pubblico tra liberalizzazione e proibizionismo

In generale, risulta evidente un mutamento di approccio rispetto al passato. Certamente, ove il ddl Magi-Licatini riuscisse a superare il vaglio dell’Aula di Montecitorio si andrebbe progressivamente affermando nell’ordinamento giuridico un nuovo orientamento in materia di legislazione sulle droghe leggere teso al superamento di un approccio esclusivamente punitivo e repressivo.

Nel dibattito pubblico sulla legalizzazione delle droghe leggere, tuttavia, i politici appaiono sempre più divisi. Sul tema rileva la disputa tra due opposti: liberalizzazione e proibizionismo. Enrico Letta, segretario del PD e leader della coalizione di centrosinistra, ritiene che “sia arrivato il momento di legalizzare l’autoproduzione di cannabis per uso personale e fare in modo che la cannabis terapeutica sia effettivamente garantita ai pazienti che ne hanno bisogno”. Al contrario, si dichiara esplicitamente contrario alla liberalizzazione il centrodestra, che, infatti, proposto e votato emendamenti soppressivi per affossare la legge prima ancora dell’inizio della discussione in Aula. L’obiettivo di tale atteggiamento, secondo Patrizio Gonnella (accademico, giurista e presidente dell’Associazione Antigone) è “una sorta di restaurazione della Fini-Giovanardi. Questo mentre il mondo va in un’altra direzione, come dimostra il disconoscimento della War on Drugs da parte delle Nazioni Unite”.

Del resto, anche l’orientamento prevalente emerso in seno alla Corte di Cassazione è quello della depenalizzazione delle droghe leggere: “non è punibile la coltivazione domestica di minime dimensioni, che appaia destinata in via esclusiva all’uso personale” (Sezioni Unite, sentenza 19 dicembre 2019).

Non bisogna illudersi, però, che la liberalizzazione della cannabis sia già diventata una realtà consolidata: la conversione in legge del ddl Magi-Licatini non è affatto scontata, a maggior ragione ora che la coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni politiche.

Quando la coltivazione domestica di cannabis è legale?

Vediamo brevemente cosa prevede la normativa attualmente in vigore in Italia, in materia di coltivazione, cessione e consumo della cannabis e dei suoi derivati. In attesa di eventuali modifiche del quadro normativo nazionale, la principale legge in materia è la legge n. 242 del 2016 recante “disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa”. Tale legge, che regola la coltivazione e l’utilizzo della cannabis destinata alla produzione industriale in vari settori (alimentare, cosmetico, tessile ecc.), ha favorito la nascita e una rapida espansione del mercato delle infiorescenze di canapa e dei suoi derivati.

La normativa, infatti, stabilisce che i prodotti a base di cannabis possono essere commercializzati solo se presentano basse concentrazioni di tetraidrocannabinolo (THC). Il ministro della Salute, con apposito decreto, ha provveduto a determinare l’entità massima di THC ammissibile negli alimenti (0,5% nell’olio e negli integratori) e nei semi (0,2%). Per la commercializzazione dei semi di cannabis, in particolare, viene previsto l’obbligo di iscrizione all’interno del “Catalogo comune delle varietà della specie di piante agricole” (ex art 17 della Direttiva 2002/53/CE del Consiglio del 13 giungo 2002).

La coltivazione della Cannabis appartenente alle varietà iscritte nel catalogo appena citato, pertanto è sempre consentita e, ai sensi dell’art. 2 della legge 242/2016, senza necessità di alcuna autorizzazione preventiva (è richiesta unicamente l’autorizzazione amministrativa per l’attività di coltivazione agricola).

Questo spiega perché negli ultimi anni si sono moltiplicati negozi ed eCommerce che trattano la cannabis legale, anche nota come cannabis light (ovvero con concentrazione di THC che non supera lo 0,2%) e i suoi derivati. Parliamo di un mercato in costante crescita che, dal 2017 ad oggi, ha creato oltre 10mila posti di lavoro e centinaia di milioni di euro di fatturato.

Il settore della cannabis legale sta, dunque, vivendo un vero e proprio boom economico che si traduce anche in prodotti nuovi e innovativi. Basta fare un giro nei negozi specializzati (anche in molte tabaccherie) per accorgersi della varietà e qualità dell’offerta. Sono soprattutto gli store online che hanno permesso di ampliare l’offerta sul mercato di prodotti (certificati) di alta qualità, come nel caso di Sensoryseeds, una delle principali realtà in questo settore, che offre una vasta varietà di prodotti a base di cannabis.

Con il Governo Meloni molto potrebbe cambiare su questo tema. L’approvazione alla Camera potrebbe senz’altro messa in discussione al Senato. Staremo a vedere.