Ambiente

Partinico, l’infinito braccio di ferro tra Comune e distilleria Bertolino, nuova causa

Si rinnova il braccio di ferro tra i commissari prefettizi del Comune di Partinico e la distilleria Bertolino. La titolare dell’industria insalubre di prima classe, Antonina Bertolino, ha infatti deciso di presentare opposizione all’esecuzione notificata dal municipio che intima il pagamento di 1,3 milioni di euro per la condanna in appello per il risarcimento relativo alla condanna ambientale subita dell’azienda nel 1999.

Udienza fissata davanti al tribunale civile di Palermo il prossimo 3 novembre. Già la Bertolino aveva fatto istanza di sospensione dell’esecutorietà della condanna, dal momento che ha presentato ulteriore ricorso in cassazione, ma la corte d’appello aveva rigettato, per carenza dei presupposti di legge, il ricorso proposto. Adesso l’imprenditrice, tramite il suo legale Armando Sorrentino, si gioca questa ulteriore carta per evitare di dover sborsare quell’enorme cifra, almeno nell’immediato.

Nel frattempo i commissari prefettizi hanno dato ancora una volta incarico all’avvocato Gaetano Callipo per resistere in giudizio a quest’ennesimo ricorso in sede civile. Oramai sono passati due anni dal pronunciamento di condanna della liquidazione della somma e già nel 2021 il Comune aveva deciso di procedere per vie legali per l’attivazione di una procedura esecutiva nei confronti dell’industria insalubre di prima classe. Ad aver quantificato la somma fu a suo tempo la I sezione della corte d’appello.

Si tratta di soldi riconosciuti a titolo di risarcimento, chiesti in sede civile, dopo la condanna penale in via definitiva subita dalla stessa distilleria nel 1999 per “inquinamento ambientale”. Il Comune aveva chiesto 2 milioni di euro ma alla fine i legali della Bertolino sono riusciti ad ottenere uno “sconto” perchè una motivazione sulle dieci presentate nel ricorso è stata accolta dalla corte d’appello. Unico punto a favore dell’imprenditrice la cancellazione di parte del risarcimento sulla base delle normative statali in materia ambientale emanate nel tempo di pendenza delle azioni risarcitorie avviate dall’ente locale.

Si arriva a questa sentenza in seguito al ricorso al pronunciamento di primo grado avanzato dai legali della Bertolino che invece chiedevano “l’integrale riforma della sentenza” che per l’appunto stabiliva come quantificazione di risarcimento del “danno ambientale ed all’immagine per pregressa condotta di inquinamento” della somma di 2.070.743 euro. La difesa della titolare dell’industria, nel proporre ricorso, si basò sul fatto che tale sentenza era maturata “in presenza di uno specifico quadro normativo in materia di danno ambientale radicalmente mutato, essendo stato sostituito il criterio risarcitorio con quello riparatorio”.