La polemica

Partinico, “chiudere distilleria”, il sindaco “Manterremo l’impegno”

Scaduti i termini dell’autorizzazione in deroga alla distilleria Bertolino di Partinico per le emissioni dei suoi impianti. Ora la politica si interroga sul da farsi e il dibattito si infiamma con un botta e risposta tra opposizione e governo cittadino. Tra promesse, impegni e frecciate al vetriolo.

In buona sostanza in questi giorni è scaduta la proroga che la distilleria aveva avuto per le emissioni dei suoi impianti. L’industria ha avuto concessi tre anni di tempo per adeguarsi alle più restrittive prescrizioni imposte attraverso l’Aua, autorizzazione unica ambientale. Prescrizioni che impongono una serie di interventi con filtri e altre attrezzature per contenere a sua volta il carico inquinante delle emissioni delle industrie di questo tipo.

Tre anni in cui la titolare della distilleria ha dato vita ad una lunga battaglia nelle sedi dei tribunali per opporsi a questo provvedimento estremamente restrittivo e ritenuto inadeguato ed eccessivo nei suoi parametri. Ma le sentenze emanate non hanno dato scampo all’industria, deve adeguarsi.

“La battaglia legale – afferma il consigliere comunale di opposizione Toti Comito – è stata persa dalla distilleria  in tutte le sedi e pertanto è pacifico che gli impianti non sono stati adeguati, né tantomeno è stata riconosciuta dai tribunali chiamati a giudicare la vicenda alcuna proroga a quei 36 mesi già riconosciuti nell’Aua del 20 ottobre 2020. Pertanto il Comune di Partinico può intimare alla Città Metropolitana di Palermo, già dal 20 ottobre scorso, di indire immediatamente la conferenza di servizi per prendere atto della non ottemperanza delle prescrizioni e procedere alla revoca dell’Aua”.

Comito evidenzia che se la Città Metropolitana di Palermo dovesse perdere tempo nell’adottare i suoi provvedimenti il Comune di Partinico potrebbe comunque procedere a formale denuncia per omissioni di atti di ufficio e contemporaneamente, in qualità di massima autorità sanitaria locale, revocare in autotutela l’autorizzazione allo scarico.

“Se tutto ciò non dovesse avvenire nell’arco di un paio di settimane massimo – attacca Comito -, allora significa che siamo di fronte ad amministratori forti con i deboli e deboli con i forti. Non si può essere celeri nel revocare una Scia ai commercianti talvolta per un ritardo nei pagamenti; non si può essere celeri nell’abbattimento di edicole mentre ancora la battaglia legale non era manco terminata; ed invece nei confronti della distilleria utilizzare sempre una linea di, per usare un eufemismo, cautela. È qui che probabilmente, richiamando l’inopportuno post del sindaco, vedremo gli uomini, gli ominicchi, ecc. ecc…..”.

La replica del sindaco Pietro Rao è altrettanto pepata: “Ringrazio per i consigli ma questa amministrazione ha le idee chiare sui provvedimenti da adottare. Non ricordo i provvedimenti che l’allora sindaco Maurizio De Luca ha adottato durante il suo mandato dove il mentore era proprio il consigliere Comito. Manterremo gli impegni presi in campagna elettorale”.

Intanto in merito Rifondazione comunista ha inviato una nota, a firma della segretaria cittadina Federica Fuoco, a Città metropolitana, Regione, Arpa e Comune chiedendo espressamente che venga fatta una “verifica adeguamento impianti e rispetto delle prescrizioni contenute nella autorizzazione unica ambientale” imposta per l’appunto tre anni fa alla distilleria Bertolino.

“Chiediamo – scrive la Fuoco – di dare corso alle dovute verifiche in merito all’avvenuto adeguamento dell’impianto e al rispetto delle prescrizioni imposte. Si fa presente che, come ogni anno, la cittadinanza sta subendo ancora una volta le esalazioni nauseabonde provenienti dalla distilleria Bertolino e che pertanto è urgente intervenire a tutela non solo dei limiti previsti dalle autorizzazioni concesse, ma soprattutto della salute e del vivibilità del territorio”.