L’assessore: “nulla su impastato”

Partinico, bufera su liceo Savarino “Fascismo preferito all’antimafia”

Si innesca, come prevedibile, una bufera attorno alla decisione della giunta di Partinico di non cambiare l’intitolazione del liceo a Santi Savarino. Duro il commento di Rifondazione Comunista che attraverso la sua segretaria Federica Fuoco parla di “fascismo preferito all’antimafia”. Il riferimento è al fatto che era stato avviato l’iter per il cambio in intitolazione del liceo di Partinico in favore della vittima di mafia Peppino Impastato e della madre Felicia Bartolotta. La prefettura di Palermo però ha chiesto un nuovo parere al Comune, probabilmente alla luce delle polemiche dei mesi scorsi culminate in un acceso consiglio comunale con tanto di mozione che voleva impedire questo cambio di denominazione che però alla fine fu ritirata.

La giunta ha quindi deliberato di dire “no” a questo cambio di denominazione, ritenendo la figura di Savarino meritevole di avere una sua visibilità con il mantenimento dell’intestazione dell’istituto scolastico.

In questo modo. di fatto, l’iter burocratico per il ambio di denominazione dovrebbe essersi definitivamente interrotto. Una presa di posizione politica che però trova Rifondazione pesantemente contraria: “Ennesimo gravissimo atto politico di un sindaco e di una giunta – attacca la segretaria cittadina Federica Fuoco – che a due indiscutibili simboli dell’antimafia preferiscono la figura poco dignitosa di un fascista”.

“Questa amministrazione – replica l’assessore all’Istruzione Sergio Bonnì – non ha mai messo in discussione l’operato di Peppino Impastato, ritenendolo uno dei maggiori paladini dell’antimafia del secolo scorso in Sicilia. Uomo che ha pagato con la vita a difesa della legalità e dei più deboli. E difatti di riteniamo contenti del fatto che il liceo di Partinico insiste proprio su una via intitolata a Peppino Impastato. Con la delibera votata ieri in giunta vogliamo rendere omaggio ad un benemerito e illustre partinicese”.

LA LETTERA INTEGRALE DI RIFONDAZIONE COMUNISTA

La memoria di Peppino Impastato e di Felicia Bartolotta viene ancora una volta calpestata dall’ennesimo gravissimo atto politico di un sindaco e di una giunta che a due indiscutibili simboli dell’antimafia preferiscono la figura poco dignitosa di un fascista, esprimendo formalmente la scelta di mantenere l’intitolazione a Santi Savarino.
Che una scelta democratica come quella compiuta dal consiglio di Istituto del Liceo di Partinico potesse fare così paura deve far riflettere.
Così come deve generare profonda preoccupazione che la vergognosa delibera della giunta Rao arrivi a seguito di una del tutto irrituale richiesta della Prefettura di Palermo che un parere favorevole al cambio di denominazione della scuola lo aveva già ricevuto dalla Commissione prefettizia che ha governato la città. E soprattutto dopo la clamorosa retromarcia dello scorso aprile dell’amministrazione e della maggioranza consiliare che, dopo tante contestazioni, avevano preferito non mettere ai voti la mozione contro la decisione del Consiglio di Istituto del Liceo di Partinico.
Delle disonorevoli gesta politiche di Santi Savarino ne abbiamo già parlato: un uomo che fu fascista sotto il fascismo, missino e democristiano laddove poteva lucrare posti di responsabilità e di sotto potere, dichiarandosi perfino “a disposizione” di Frank Coppola, detto Tre Dita, uno degli esponenti più noti della mafia della sua epoca . Insomma un esempio di incoerenza ideale che lascia stupefatti.
Noi ci vergogniamo e ci vergogneremo sempre di avere una scuola intitolata a un simile individuo (firmatario, insieme a tanti altri pavidi intellettuali dell’epoca, delle leggi razziali).
Come può essere concepibile che nel 2024 i nomi di Peppino e Felicia Impastato generino un tale imbarazzo?
Peppino che ha pagato con la vita le condanne pubbliche e coraggiose del malaffare mafioso di Cinisi e Felicia che ha sovvertito tutte le “regole” dell’appartenenza a famiglie mafiose per chiedere e, infine, ottenere giustizia, non sono esempi ancora attuali ed educativi? Le loro biografie non rendono più orgogliosi tutti coloro che da sempre lottano contro lo strapotere delle mafie e tutti coloro che lavorano per educare la società ai valori della legalità, dell’antimafia e della giustizia?
Ci ricorderemo di questa decisione quando saremo chiamati alle “celebrazioni” della memoria delle vittime della mafia o a quelle della Liberazione dal nazifascismo, celebrazioni che hanno sempre più la dimensione delle passerelle e sembrano il trionfo dell’ipocrisia.
Benché questa delibera di giunta rallenti l’iter di cambio della denominazione perché costringerà il Provveditorato a rimandare l’atto alla scuola, auspichiamo che quest’ultima confermerà la scelta fatta dal precedente consiglio di istituto, con buona pace di qualche nostalgico del fascismo e nemico dell’antimafia.
Nel frattempo noi non smetteremo di contrastare un atto politico grave come quello che si sta perpetrando, ben consapevoli che comunque andrà a finire la condanna che l’amministrazione Rao subirà dalla storia sarà inappellabile.

Partito della Rifondazione Comunista circolo “Peppino Impastato” di Partinico (PA)

Federica Fuoco, segretaria del Circolo 

L’ARTICOLO INTEGRALE DELL’ASSESSORE SERGIO BONNI’ SU SANTI SAVARINO

Santi Savarino nasce a Partinico il 18/05/1887: figlio di un onesto capomastro muratore del nostro paese è costretto ad emigrare ancora giovane nel nord italia per cercarsi uno spazio vitale e crearsi un avvenire più dignitoso e più consono alle sue potenziali capacità (che poi vennero fuori).

Ha onorato la sua Partinico, e di conseguenza la Sicilia e l’Italia intera con l’esempio della sua vita trasparente e morigerata, con le sue opere d’ingegno, con il suo impegno morale e civile, politico e culturale, ma soprattutto, cosa che ci riguarda da vicino, con il suo vivo interessamento per la nostra città.

Santi Savarino fu giornalista illustre e universalmente apprezzato, scrittore e poeta di rara sensibilità umana e sociale, drammaturgo e musicista di eccelse qualità, per lunghi anni direttore del “Giornale d’Italia” e non del “Popolo d’Italia”, che fu invece organo ufficiale del Partito Nazionale Fascista. Inoltre, fu Senatore della Repubblica a partire dal 1953 eletto  nelle liste della D. C.

 Amo’ profondamente il suo paese, amore testimoniato dal fatto che tante sono state le iniziative intraprese dal Senatore per finanziare opere della nostra città. Tra queste voglio ricordare:

– Finanziamenti di fognature e strade ottenuti tramite il Ministro dell’epoca On. Aldisio.

– Finanziamento per convogliare e canalizzare nella nostra città l’acqua di Mirto.

– Finanziamento per la realizzazione del Palazzo delle Poste in Corso dei Mille.

– Finanziamento ottenuto tramite il Ministro dell’epoca Spataro per la realizzazione delle case popolari Ina Casa di Viale della Regione.

– Mutui per la Cassa Depositi e Prestiti.

E inoltre fu sempre pronto a sovvenzionare attraverso contributi personali eventi, sagre e feste paesane.

Morì nel 1966 a Roma in semi-povertà in un appartamento incastrato in un alveare di altre abitazioni popolari ereditato dalla figlia e una biblioteca piuttosto modesta che donò al suo paese. Tutti i suoi averi li destinava in varie beneficenze.

Ciò che emerge da questa storia è che le polemiche avanzate sul “fascista Savarino” vanno contestualizzate. All’epoca, il benemerito viveva in un’Italia dittatoriale, in cui il fascismo controllava ogni aspetto della vita privata e pubblica. Pertanto, anche se dovesse spuntare qualche documento storico che attesti l’iscrizione di Savarino al Partito Nazionale Fascista, esso andrebbe collocato comunque nelle temperie storico-culturale di riferimento, ovverosia il ventennio.

Ricordiamo, in ultimo, che altri grandi intellettuali sono stati tesserati al fascismo: Pirandello, Ungaretti, Brancati, D’Annunzio.