La decisione del consiglio

Partinico, l’addio al giudice di pace, sciolta la convenzione

Anche il Comune di Partinico delibera in consiglio comunale lo scioglimento della convenzione per la co-gestione comprensoriale del giudice di pace. La sezione distaccata del tribunale chiuderà quindi i battenti il prossimo 30 giugno. L’assise, seppur a maggioranza, in un clima incandescente per via della netta contrarietà dell’opposizione, ha stabilito la “risoluzione consensuale della convenzione” a suo tempo varata nel 2014 con i Comuni di Borgetto, Balestrate, Trappeto, Montelepre e Giardinello.

Le motivazioni sono meramente economiche: il Comune lo aveva già fatto presente in precedenza, quando il dipartimento regionale delle Autonomie locali aveva chiesto all’ente locale i motivi della decisione. L’opposizione non è assolutamente d’accordo. “Si è trattato di una scelta politica e non di un atto dovuto – ha dichiarato il consigliere Toti Longo -. L’amministrazione comunale dà priorità a problemi meno importanti. Non si ritiene opportuno trovare 50 mila euro per il mantenimento dell’ufficio del giudice di pace mentre i soldi si impegnano per organizzare feste. Il sindaco non si fa dettare l’agenda da nessuno ma doveva trovare una soluzione”.

La scelta, secondo l’opposizione, non può essere raccontata come semplicemente economica, perché le priorità sulla spesa vengono dettate dalla politica. E l’ufficio del giudice di pace ha sempre lavorato con efficienza. “Non c’è un solo dato tecnico ed economico – ha aggiunto il collega d’aula di opposizione Toti Comito – per chiudere l’ufficio. Nemmeno nel periodo del dissesto o del pre-dissesto c’è un solo rigo che parli degli uffici giudiziari come uno spreco”. Assolutamente contrari a questa interpretazione i rappresentanti della maggioranza e la giunta comunale, che difendono la propria scelta di chiudere l’ufficio.

“Sull’argomento il consiglio comunale ha dibattuto abbondantemente – replica l’assessore agli Affari generali, Nicola Degaetano -, si sono fatti incontri con i sindaci del comprensorio i quali si sono pronunciati e nessuno ha dibattuto sulla legalità. Sono scelte obbligate. Il governo nazionale ha fatto tagli ed ha chiuso le sedi. Il problema principale è la mancanza di personale ed i Comuni del comprensorio non volevano partecipare. Il personale è fondamentale per l’ufficio”.

Con la decisione di Partinico si chiude in pratica il capitolo del giudice di pace per tutti i Comuni del comprensorio, che comprende anche Balestrate, Trappeto, Montelepre, Giardinello e Borgetto. Da diverso tempo, infatti, è emersa l’indisponibilità da parte di tutti i Comuni a destinare unità di personale e proprie risorse al mantenimento dell’ufficio. Inoltre ci sarebbero anche dei necessari interventi di adeguamento strutturale nell’attuale sede di via papa Paolo VI, che a sua volta si sarebbero dovuti sobbarcare sempre i Comuni. Già da anni Trappeto si era tirata fuori, poi anche altri Comuni, tranne Borgetto, non avevano più garantito personale e fondi come pattuito nella convenzione. In pratica quasi tutto il “peso” della gestione di un ufficio così complesso era passato sulle spalle di Partinico.