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Partinico, concerto nel ricordo di Giovanni Falcone

Partinico oggi ricorderà in musica Giovanni Falcone, il magistrato ucciso dalla mafia nel giorno del 32° anniversario della strage di Capaci in cui persero la vita anche la moglie Francesco Morvillo e gli agenti della scorta. L’evento è organizzato dall’Accademia della cultura oggi alle 18 alla Cantina Borbonica.

Si esibiranno i Rose quartet e il maestro Barbetta. I Rose quartet sono un quartetto d’archi totalmente al femminile composto da due violini, viola e violoncello e spaziano dalla musica classica a quella corale, oltre a includere generi più moderni come il pop e lo swing.

Giovanni Barbetta è un chitarrista molto apprezzato che oltretutto è stato inserito quest’anno tra gli artisti per i festeggiamento del 400° festino di Santa Rosalia a Palermo.

Intanto con una nota il partito della Rifondazione Cpomunista ha ricordato la strage di Capaci. Di seguito il testo integrale:

A distanza di 32 anni dalla strage di Capaci, è ancora vivo il ricordo del giudice Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca e degli uomini della sua scorta, Antonio, Rocco e Vito, fatti esplodere da mano mafiosa il 23 maggio del 1992.
Ricordare, ed è questo ciò che forse oggi conta sottolineare maggiormente, non deve diventare soltanto un mero rituale da compiersi, come vuole la tradizione, anno per anno.
Ricordare e tenere viva la propria memoria significa imparare dal passato, assumere la vita di coloro che hanno compiuto il loro dovere in nome di una terra libera, come modello ed esempio di dignità umana.
“Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana” sottolineava il giudice Falcone. Un uomo che probabilmente non avrebbe mai accettato di essere definito un eroe, consapevole che la straordinarietà e l’importanza del proprio lavoro derivava dal fatto che erano quasi tutti altri a tacere e piegare la testa al sistema mafioso, compresi molti dei suoi stessi colleghi.
“Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”.
Alla commemorazione del giudice Falcone, Paolo Borsellino disse: «La lotta alla mafia non deve essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, che abituasse tutti a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che si contrappone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità».
Oggi il puzzo che Borsellino denunziava lo si sente di nuovo, forse più forte di prima. La politica si è trasformata in cordate di interessi, contaminazione fra apparati dei partiti, mondo affaristico-economico e malaffare. Ne sono figli il clientelismo e varie forme di illegalità, fino alla corruzione e alle collusioni con la mafia.
Chi tresca con mafiosi offende questa memoria. Ed il tradimento si moltiplica se la società civile, invece di indignarsi per queste vergognose contiguità o complicità, si tura il naso fingendo di non sentire il puzzo. O cerca di esorcizzarlo auto-convincendosi che così va il mondo e non c’è nulla da fare.
Inquietanti, preoccupanti e scandalose sono le indagini che settimana dopo settimana svelano il vero volto dei politici: accuse di voto di scambio, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e tangenti, ecc..
Abbattere la sintesi tra Sicilia e sistema mafioso è una priorità: non c’è sviluppo senza legalità e non c’è legalità senza l’onestà intellettuale di ognuno dei 5 milioni di abitanti della nostra bella isola.